Come appare, che fisico ha, la persona che si allena con passione e costanza ?
Bei muscoli, braccia possenti, un bel torace, schiena larga, gambe massicce, addome definito… giusto?
Sbagliato, o almeno non tutte.
Nell’immaginario collettivo chi si allena bene e duro ha una certa estetica, sviluppa certe qualità e certe fisicità sempre e comunque.
Lo vediamo, lo abbiamo sempre visto, in tutti i media, nei fumetti, nei film, nei cartoni, nei reality, nelle serie TV, nei disegni… ovunque.
Lo vediamo soprattutto sui social, l’apoteosi del selection bias, dove siamo bombardati costantemente da sempre le stesse immagini con la stessa retorica dietro… il 90% di chi si mostra allenarsi sui social ha un fisico da super eroe.
E’ facile quindi, additare chiunque non rientri in certi canoni pur allenandosi (ad esempio addome definito, braccia grosse o altro) di non impegnarsi abbastanza, di non sapersi allenare, e tacciare qualsiasi obiezione come scusa e pigrizia.
Ma tutto ciò, tutte queste persone che vediamo non sono che una minoranza di tutte le persone che si allenano con passione e costanza, la maggioranza di chi si allena ed è felice di farlo è un’altra ed è spesso silenziosa perchè per un motivo per un altro non ha voglia e\o piacere di mostrarsi costantemente sui social, e non è costantemente rappresentata nell’arte e nei media.
La maggioranza silenziosa
In una discussione su Facebook a tema body positivity ho trovato un commento che mi ha particolarmente colpito e che qui riporto :
” Io ho riflettuto tanto su questo tema da persona perennemente in sovrappeso senza mai aver avuto un bel fisico con alti e bassi sulla bilancia e una perdita di peso importante.
Finché si vive in una società dove viene considerato ciccione anche chi ha un lieve sovrappeso ci sarà sempre un problema di senso di inadeguatezza ai canoni di bellezza.
Detto questo, io penso che la società non cambierà grazie al bodypositive, il quale altro non fa che mascherare un disagio evidente dietro uno slogan. Perché io sono convinto che se a un bodypositive convinto gli si offrisse una pozione magica che lo renda fisicamente più rientrante nei canoni di bellezza, manderebbe affanculo i suoi valori in tempo zero.
Accettare il proprio sovrappeso non è solo accettare se stessi ma accettare come si comporta la società con te e quindi sapendo che sia in amore e sia in salute sarai svantaggiato rispetto a una persona che si tiene in forma.
E qui giocate un ruolo importantissimo voi addetti ai lavori, perché ne vedo tanti che davanti a una persona poco predisposta geneticamente o con poco tempo a disposizione per allenarsi c’è quasi sempre un trattamento di serie b, spesso additati come pigri o gente che non vuole migliorarsi e si rifugia dietro a scuse.
Io capisco che tanti vogliano trasmettere l’ambizione all’eccellenza, ma sarebbe bello se ci si mettesse nei panni dei clienti e si dia un po’ più peso ai loro sforzi e ai loro miglioramenti per incoraggiarli e premiarli ad aver comunque fatto la scelta di migliorarsi pur rimanendo dei “mediocri” ma migliori di prima.”
Ho evidenziato in grassetto un passaggio che secondo me è cruciale.
La maggioranza silenziosa di chi si allena è fatta da queste persone : persone che si allenano con passione cercando di migliorarsi, facendo quello che è nelle loro possibilità rispetto alla loro routine di vita quotidiana, ma che non rientrano nei canoni dell’immaginario collettivo per mille motivi non relativi ad una mancanza di impegno o capacità di allenarsi ma ad altro (genetica, età, tempo, infortuni o altro).
Non atleti agonisti, non modelli, non attori (tutte categorie che passano una selezione importante e di conseguenza figlie del selection bias) ma persone “normali” armate di passione e voglia che vogliono migliorarsi, fare dei passi avanti rispetto al loro livello iniziale ed a quello attuale ed ognuna avrà un punto di arrivo che può essere differente.
Questo concetto è fondamentale, ma purtroppo devo concordare con il commento sopra riportato e constatare che spesso dai noi professionisti del settore spesso ignorato o mistificato andando a trattare con meno cura e più approssimazione (se non nel rapporto, quantomeno nella comunicazione) le persone meno dotate che possono ottenere risultati in senso assoluto (non relativo rispetto al miglioramento personale) minori.
Si tessono le lodi e si postano i percorsi delle persone più dotate, un pò nella speranza di farsi buona pubblicità (sfruttando o con dolo o inconsciamente il selection bias) un pò perchè tutti i tecnici vogliono sentirsi coach di grandi fenomeni.
Personalmente ho cercato sempre di oppormi a queste dinamiche, parlando apertamente di genetica, selezione, punto di partenza differenti, potenziale diverso, allenabilità diversa etc, anche al punto da apparire agli occhi di qualcuno come uno che “giustifica la mediocrità e cerca scuse”.
Probabilmente anche io inconsciamente qualche volta ho avvallato il meccanismo di cui sopra, perchè il razionalizzare costantemente tutto e liberarsi da pregiudizi emotivi richiede costante concentrazione e motivazione ed è facile scivolare ogni tanto.
Ognuno ha il suo punto di partenza… e di arrivo.
Guardate queste due foto, tratti da due post di due fenomeni Antipov ed Eddie Hall.
Foto di quando erano adolescenti, 16 anni Eddie Hall, forse meno Antipov.
Antipov mostrava già una definizione incredibile e delle forme estremamente vicine ai canoni di ciò che è considerato bello.
Eddie Hall già estremamente muscoloso e con una buona definizione.
Il punto di partenza di questi due fenomeni può essere il punto di arrivo dopo anni di impegno e costanza in allenamento di altri.
Tutto ciò ovviamente non riguarda solo l’ambito estetico\ di composizione corporea ma in generale anche di prestazioni, forza, mobilità.
C’è chi fa uno squat perfetto il primo giorno di palestre e dopo 2 mesi già carica 100kg, e chi due mesi l’impiega solo per sviluppare una mobilità e controllo sufficienti a scendere la parallelo con il bilanciere vuoto e per arrivare a 100kg ci impiega anni.
C’è chi il primo giorno di palestra va alla sbarra e fa numerose trazioni e chi ne fa una dopo mesi.
Ci sono persone che partono molto più avanti di altre, persone che migliorano molto più velocemente di altre, persone che hanno un potenziale molto più alto.
Queste persone sono quelle che costituiscono il 99% dell’immaginario collettivo, i 99% dei post sui social media, degli atleti d’elite etc.
Ma in realtà sono l’estrema minoranza nella popolazione, e di chi si allena in generale.
La normalità è il ragazzo che si ammazza con passione sotto i pesi 10 anni per arrivare a 40cm di braccio o fare tante trazioni e magari neanche ci arriva, non quello che di ci arriva dopo un paio di anni di allenamento a caso.
La maggioranza è silenziosa, probabilmente in parte anche perchè si è scocciata di sentirsi dire che non si impegna, ma ha il diritto di essere trattata e valorizzata al massimo delle nostre capacità dai noi professionisti che dobbiamo sempre ricordare che chi aspira ad essere atleta è una minoranza, chi ha le doti per farlo ancora più minoranza, ma che tutti vogliono e possono migliorare la propria condizione e il punto di arrivo è relativo e soggettivo.
Ogni miglioramento è una vittoria.
Articoli sempre di qualità eccelsa. Grazie per le info a disposizione, Domenico!