Non è (sempre) colpa dell’istruttore : una riflessione

Frequento le palestre da ormai più di 15 anni, ho tanti amici che lavorano come istruttori in palestra, lavoro nel settore da anni e ne sento di tutti i colori ogni giorno.
Molte, davvero molte palestre, neanche ci coprono le spese con i costi degli abbonamenti, spesso regalati a prezzi ridicoli, e i soldi li fanno con la vendita di integratori o altro.
 
Molte sono finte ASD senza scopo di lucro, il personale è totalmente a nero o con contratto di collaborazione a rimborso spese e con competenze tecniche prossime allo zero e una retribuzione ai limiti dello schiavismo (di solito dai 3 a 6 euro l'ora).
 

L'istruttore non è un lavoro rispettato e con cui mantenersi in Italia ?

Mi sono arrivate tante testimonianze, vi dico la mia opinione (che come tale non è la verità assoluta ma mie considerazioni).

Per tanti motivi citati anche giorni fa, secondo me in Italia l'istruttore in palestra da dipendente non è un lavoro che permette di "mangiare" come unica attività.

Attenzione non parlo di Personal Trainer, preparatore atletico in team o qualsiasi altra forma di servizio privato da libero professionista.

Parlo dell'istruttore di sala in palestra classico, che fa le schede, mantiene l'ordine, mostra gli esercizi etc.

Le paghe per questo lavoro solitamente a seconda della zona vanno dai 2 a 8 euro l'ora, che tradotto significa che se uno non fa 150 ore a settimana uno stipendio per mantenersi da solo a casa non lo porta e quasi mai con regolare contratto e contributi.

Personalmente credo che il ruolo di istruttore possa essere un punto di passaggio, una vetrina, un trampolino per poi passare alla libera professione (partita Iva).

Fare pratica, fare networking, conoscere persone e potenziali clienti per lezioni private etc etc.

Per questo motivo credo anche sia essenziale DOVE si faccia l'istruttore.

Quando dicono ai ragazzi studiosi, bravi, e volonterosi che devono fare la gavetta in sala per crescere professionalmente è vero, la gavetta è importante ma dipende dove e come la fai.
 
Io spesso non me la sento di consigliare a ragazzi che sono bravi e hanno studiato e che vedo essere già ampiamente sopra la media, di andare a farsi sfruttare a 3 euro l'ora in qualche palestra dove saranno tecnicamente già molto più bravi di tutti gli altri ma la cui professionalità verrà mortificata perché devono fare le schede tutte uguali, rigorosamente con esercizi "innocui" alle macchine e tutto in 3x12, e cercare di propinare integratori a caso a chiunque con la promessa di una minima commissione.

Farlo in una struttura importante dove c'è un giro di persone importanti propense a fare lezioni private, dove si possono conoscere persone interessanti e in mezzo a colleghi più bravi da cui imparare può essere importante ed aprire tante porte.

Farlo dove non viene permesso lavorare come si vuole perché si devono seguire direttive limitanti (tutte le donne cardio, circuiti ed adductor machine cit.), dove non è permesso fare lezioni private, dove ci sono pochissime persone da cui imparare... Può essere solo frustrante e non un vero investimento personale e gli istruttori bravi devono stare attenti a non essere troppo bravi se no mettono gli altri in cattiva luce.

Non è sempre colpa dell'istruttore

La conseguenza è ovviamente che il 90% della clientela che non si autogestisce non ha mai alcuna forma di progresso, nel migliore dei casi non si fa male.
 
In questo contesto sicuramente gli istruttori non sono in alcun modo invogliati a migliorare professionalmente, tanto comunque non gli è permesso esprimersi per non dare fastidio.
 
La realtà tecnica probabilmente più famosa in Italia online cioè il Project Invictus, è praticamente sconosciuta nel mondo offline.
 
Quasi nessuno ci campa facendo veramente l'istruttore in sala, e con veramente intendo come unico lavoro e senza guadagni "secondari" che esulino dall'allenare le persone.
 
Considerando tutto ciò, il fatto che quella minoranza che davvero ci tiene a lavorare bene e ottenere risultati si rivolga ad internet per necessità è ovvia conseguenza.
 
L'online coaching o il personal Trainer come consulente si stanno affermando sempre più in risposta ad una semplicissima realtà : il servizio "offline" risulta quasi sempre insoddisfacente per tutti i motivi sopra menzionati.
 
È una risposta ad un problema endemico.
 
Non che online siano tutti geni, anzi, alla fine basta scrivere coach su Instagram... Ma già essere in grado di scrivere in italiano corretto due contenuti ovvi su internet ma ancora rivoluzionari nel mondo offline (ad esempio che la panca non si fa con le spalle davanti al naso) pone sopra la media.
Fortunatamente ci sono le eccezioni, con proprietari illuminati che eroicamente gestiscono centri qualitativi cercando di rispettare la legge combattendo con una concorrenza sleale su tutti i fronti, e li si che è importante andare in sala.
 
Purtroppo sono appunto eccezioni.
 
Su internet tutti sono avanti, tutti sanno tutto.
 
Fatelo qualche ingresso nelle grandi catene low cost, nelle palestre di paese, in quelle di quartiere.
 
Dove gli anni 80 non sono mai passati e purtroppo non in riferimento alla musica o alla pop culture, ma alla mentalità e conoscenze.
 
Ovviamente il tutto è possibile per una totale assenza dello stato in termini di controllo e tutela, in quello che è a tutti gli effetti un Far West e dove ironicamente gli unici che potrebbero avere noie sono proprio quei pochi che cercano di fare tutto secondo le regole.
 
Ma questo non solo in questo settore, anzi.

Sebbene sia vero che moltissimi istruttori abbiano competenze tecniche molto scarse e il livello medio sia molto basso, va compreso come ciò sia conseguenza di quanto detto finora.

L'istruttore in palestra è stato reso un lavoro "non reale" e non dignitoso,spesso fatto per arrotondare come secondo o terzo lavoro, da persone improvvisate forti magari solo di qualche anno di allenamento e\o un bel fisico o ancora peggio solo dalla disponibilità a fare tante ore facendosi pagare una miseria.

In queste condizioni è ovvio che trovare reale professionalità sia difficilissimo, e quando questa c'è spesso viene depressa e umiliata dalle condizioni di lavoro.

Non sempre è colpa dell'istruttore, è il sistema per come è pensato che forza (o permette) una scarsa professionalità di questa figura, lasciando all'iniziativa, capacità e passione personale tutto il merito delle situazioni positive dove l'istruttore è davvero competente, motivato e lavora bene e con passione.

Voi se foste davvero bravi restereste a lavorare per 4-5 euro l'ora a nero spesso senza neanche poter esprimere liberamente le vostre qualità?

Penso che chiunque abbia competenze serie e qualcosa di vero da offrire, debba porsi come obiettivo finale quello della libera professione, che non necessariamente vuol dire fare zero ore da istruttore.

Ma sicuramente credo sia sprecato, salvo trovare occasioni incredibili con stipendio adeguato e condizioni di lavoro stimolanti, puntare a fare l'istruttore dipendente per chi studia, si aggiorna sempre e ha competenze vere sopra la media.

E' quello che già accade all'estero, da come mi raccontano vari amici che lavorano nel settore nel Regno Unito, in America, nel Nord Europa, dove l'istruttore è una figura iniziale e di passaggio con pochi compiti chiari (solitamente non fanno neanche schede, ma si limitano a mantenere ordine e sicurezza in sala e dare indicazioni base) per poi fare il salto verso la libera professione in accordi di vario tipo con la struttura.

E' bene ricordarlo la prossima volta che si paga un annuale in palestra meno di 150 euro e si pretendono poi istruttori preparati e schede personalizzate incluse nel prezzo.