Nassim Nicholas Taleb – Il cigno nero : Recensione Libro

Il libro Il Cigno Nero di Nassim Nicholas Taleb è un libro molto particolare, il cui argomento principale è la forza e l'influenza del caso sulle nostre vite.

Il Cigno Nero rappresenta un evento molto raro e di enorme portata che influisce enormemente sulla vita delle persone, che spesso viene sottovalutato e a cui poi vengono attribuite cause aposteriori costruite in modo artificioso e spesso sbagliate.

L'autore ha avuto una carriera come statistico ed analista dei rischi nonchè trader finanziario.

In questo libro riprende numerosi esempio tratti dalla sua esperienza, con rigoroso modo di fare scientifico e riferimenti alla neuroscienza, psicologia, statistica, con il quale dimostrato quanto il caso influisca sulle nostre vite e quanto la "fortuna" giochi un ruolo fondamentale.

Un libro che è in grado di cambiare il modo di vedere le cose di chi lo legge, facendo cogliere sfumature e instaurando riflessioni sulla propria vita, pagina dopo pagina.

Di seguito riporto un estratto che mi ha colpito molto :

"Filosofi come Aristotele ci hanno insegnato che siamo animali pensanti e che possiamo imparare ragionando.

Ci è voluto un pò per scoprire che effettivamente ragioniamo, ma che in realtà più che altro creiamo narrazioni inverse (inventiamo giustificazioni teoriche ad eventi accaduti) per darci un'illusione di conoscenza e dare un senso alle nostre azioni passate. [...]

Sicuramente abbiamo difficoltà intellettuali e psicologiche con il "prova ed errore" e con l'accettare che serie di piccoli fallimenti sono necessari nella vita.

Il mio collega Mark Spitnzagel aveva capito che noi umani abbiamo un complesso con i fallimenti : "hai bisogno di amar perdere" era il suo motto.

Infatti, la ragione per cui mi sono sentito subito a mio agio in America è precisamente perchè la cultura Americana incoraggia il processo del fallimento, mentre le altre culture come quelle Europee ed Asiatiche lo stigmatizzano con imbarazzo.

[...]

Le persone spesso si vergognano delle loro perdite, così adottano strategie che producono poca volatilità ma contengono il rischio di grosse perdite - come collezionare centesimi di fronte un rullo.
Nella cultura giapponese - che è scarsamente equipaggiata ad affrontare il fatto che una cattiva prestazione possa dipendere anche da cattiva fortuna - le perdite possono severamente danneggiare la reputazione di qualcuno.

Le persone odiano la volatilità, perciò adottano strategie esposte alla rovina improvvisa e che possono portare a suicidi in seguito a grosse perdite.

Inoltre, questo interscambio tra volatilità e rischio può manifestarsi in carriere che danno l'apparenza di essere stabili, come lavorare all'IBM fino agli anni 90.

Quando licenziato l'impiegato sperimenta un vuoto totale : non è più adatto per nient'altro.

Lo stesso accade nelle industrie protette (dallo stato).

Viceversa i consulenti possono avere guadagni volatili poichè il loro parco clienti va e viene, ma affrontano un minor rischio di morire di fame, in quanto le loro competenze corrispondono alla richiesta, fluttuano ma non affondano."

Ho anche scritto un articolo ispirato dalla lettura di questo libro sul teme delle evidenze silenziose :

EVIDENZE SILENZIOSE TRA SUCCESSI FALLIMENTI E MARKETING

Il libro potete acquistarlo QUI 

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