Utopia Per Realisti – Rutger Bregman : Recensione Libro

Ho da poco finito di leggere il libro Utopia per Realisti di Rutger Bregman che ho trovato pregno di spunti di riflessione.
 
L'autore non si nasconde : è chiaramente tendente a politiche che oggi identifichiamo di sinistra ed i suoi capisaldi argomentati nel libro sono tre
 
- Reddito Base Universale
 
- Confini aperti
 
- Orari lavorativi più brevi (cioè un ammontare di ore settimanali lavorate minore)
 
I punti sono argomentati davvero bene, e vengono riportati miriadi di studi ed aneddoti su come questi 3 fattori quando applicati o quando applicato qualcosa che va in quella direzione abbiano aiutato moltissimo nella "guerra alla povertà" molto più dei vari programmi di stato per sostegno ai poveri, centri dell'impiego etc etc.
 
Interi capitoli sono dedicati alle varie "guerre alla povertà" con l'autore che confuta il concetto tacciandolo come mito che la povertà sia dovuta a pigrizia, mancanza di talento e che in generale i colpevoli per essere poveri sono i poveri stessi.    
 

La povertà non è una mancanza di carattere ma una mancanza di soldi

 
Sottolineo anche come il discorso sia da applicare non all'occidente ricco ma al mondo.
 
Sono riportati i dati che mostrano ad esempio come una persona che vive sulla soglia di povertà di America o in Europa sia in realtà tra le 14% delle persone più RICCHE al mondo, considerando che l'occidente ricco è numericamente una piccola minoranza della popolazione mondiale.
 
Il libro è sicuramente da considerare politico.
 
L'autore palesemente tende a politiche più socialiste ed argomenta molto sull'autoreferenzialità del sistema finanziario e bancario, sull'innovazione tecnologica e l'automazione, su di un sistema economico globale che spinge le menti più giovani e brillanti a intraprendere carriere finalizzate ad accumulare ricchezza più che produrla e aiutare l'umanità tutta (ie : finanza ed economia più che scienza e arte ad esempio).
 
Non lo fa in modo stupido però, ad esempio riconosce che i grandi progressi fatti dall'uomo nell'ultimo secolo sono estremamente legati al libero mercato di stampo capitalistico che permesso a idee, mezzi e talenti di circolare e creare occasioni ed opportunità.
 
Nel suo argomentare mostra studi alla mano come secondo lui un reddito base universale sia il miglior mezzo come lotta alla povertà perchè dona alle persone la possibilità di sfruttare produttivamente il proprio tempo, sfatando l'idea che invece le persone si adagino ulteriormente sugli allori impigrendosi.
 
La parola Utopia è nel titolo stesso, perchè per funzionare le proposte dell'autore necessità di un cambio totale di mentalità, pardigmi e dogmi a livello non solo economico ma anche culturale e di pregiudizi di tutto il mondo.
 
Un libro che probabilmente indispettirà in alcune parti un pò tutti perchè va a criticare nelle fondamenta aspetti delle ideologie sia di destra che di sinistra, ed un libro che tende a voler mettere l'uomo al centro e non i soldi nel senso più "umanistico" del termine.
 
In definitiva sicuramente un libro da leggere non tanto per trovare un'idea politica da "tifare" ma per allargare ulteriormente gli orizzonti ed il punto di vista, e mettere in discussione magari qualche certezza che si crede di avere.
 
(E lo dico come uno che non parte in linea con le idee dell'autore su tutto e che anzi spesso non vede di buon occhio politiche socialiste e di welfare spinto soprattutto per come vengono applicate, cioè male, più che per l'intento che si pongono)


Vi riporto un estratto che mi ha colpito 

 "Iniziamo con una piccola lezione di storia :

Nel passato, tutto era decisamente peggio.
Per circa il 99% della storia del mondo, il 99% dell’umanità è stata povera, affamata, sporca, spaventata, stupida, malata e brutta.

Solo “recentemente” nel 17esimo secolo il filosofo francese Blaise Pascal ha descritto la vita come una valle di lacrime.

L’umanità è grande, scriveva, perchè sa di essere dannata.

In Gran Bretagna, il filosofo Thomas Hobbes era concorde che la vita umana era di fatto “sporca, brutale e corta”.

Ma negli ultimi 200 anni, tutto è cambiato.

In solo una frazione di tempo che la nostra specie ha passato su questo pianeta, miliardi di noi sono improvvisamente ricchi, ben nutriti, puliti, sicuri, intelligenti, in salute ed ogni tanto persino belli.

Nel 1820 il 94% della popolazione mondiale viveva in estrema povertà, nel 1981 la percentuale è scesa al 44% ed oggi solo pochi decenni dopo, è sotto il 10%.

Se questo trend si conferma, l’estrema povertà che è stata una caratteristica intrinseca della vita sarà eradicata per sempre.

Persino quelli che ancora vengono definiti poveri godono di un’abbondanza ma i vista prima nella storia dell’uomo.

Nel paese dove vivo, l’olanda, un senza tetto che riceve assistenza pubblica oggi ha più da spendere dell’olandese medio del 1950 e quattro volte di più delle persone nell’età dell'oro dell’Olanda quando la nazione dominava i sette mari.

Per secoli, il tempo è stato fermo.

Ovviamente, c’è tanto da riempire i libri di storia, ma la vita non stava diventando tanto meglio.

Se prendessi un contadino italiano del 1300 mandandolo con una macchina nel tempo nella toscana del 1870, non noterebbe grande differenza.

Gli storici stimano che il reddito medio annuale in Italia nel 1300 era circa 1600$.

600 anni dopo, dopo Colombo, Galileo, Newton, la rivoluzione scientifica, l’illuminismo, l’invenzione della polvere da sparo, la stampa e le macchine a vapore, era... ancora 1600$.

600 anni di civilità e l’italiano medio era ancora quello che era sempre stato.

Non fu prima del 1880 quando Bell inventò il telefono, Edison la lampadina, Benz la prima auto, che il cittadino italiano venne travolto dal progresso.

E che cavalcata che è stata!

I due secoli passati hanno visto una crescita esplosiva sia nella popolazione che nella prosperità in tutto il mondo.
Il reddito per capita è ora 10 volte quello che era nel 1850.
L’italiano medio è 15 volte più ricco che nel 1880.

E l’economia globale?

E’ ora 250 volte quella che era prima della rivoluzione industriale, quando praticamente chiunque era ancora povero, affamato, spaventato, sporco, malato e brutto."


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