Lo scopo della vita – vivere sereni e godersi il viaggio

Qual è lo scopo, il fine, della vita ?

 
Questa domanda spesso viene considerata come quella più importante o tra le più importanti che l'uomo si è sempre posto.
 
Ma la domanda presuppone già una mezza risposta no ?
 
Ovvero che la vita abbia uno scopo, un fine, una qualche destinazione.
 
L'essere umano fa davvero fatica a ragionare senza creare ovunque nessi causali, relazioni di causa-effetto e scopi ed obiettivi.
 
E' biologicamente tarato per ragionare così.
 
Le religioni forniscono uno scopo.
 
Le ideologie politiche forniscono uno scopo.
 
Il tifo (che sia per una squadra sportiva o altro) fornisce a modo suo uno scopo.
 
Biologicamente l'unico scopo della vita è riprodurre se stessa, non importa come quando e perchè, lo scopo è propagare e tramandare il proprio corredo genetico.
 
L'uomo è forse l'unico animale che da alcuni punti di vista ha trasceso la biologia, non a caso comportamenti anti evolutivi nell'uomo non sono affatto rari.
 
Si sacrifica la propria vita, quella dei propri figli, la propria sessualità, le proprie possibilità di riproduzione in nome della religione, della politica, delle ideologie, delle dipendenze, della ricerca della felicità.
 
Qualcosa che dia appartenenza ad uno scopo di gruppo.

E se non ci fosse uno scopo ?

 
Io personalmente credo che la vita uno scopo non ce l'abbia proprio.
 
Forse per questo molti hanno un bisogno enorme di trovarlo in qualcosa di esterno a se stessi.
 
Nei più svariati modi : nello studio, nel lavoro, nello sport, negli affetti, nell'arte, nel dominio del prossimo, nell'aiuto del prossimo, nella lotta alla società, nella aiuto alla costruzione della società, nell'accumulo di risorse, nella redistribuzione delle risorse, nell'ordine, nel caos, nel sesso, nel proibire agli altri di fare sesso etc etc...
 
Ognuno si crea il proprio scopo.
 
Perchè vivere senza scopo fa paura, terrorizza.
 
Cosa fare? Perchè? Allora la mia vita non ha alcun senso?
 
E se il senso, lo scopo, fosse semplicemente vivere come più ci piace?
 
Come un viaggio senza pilota e senza destinazione.
 
La macchina non ce la scegliamo (genetica):
 
Le strade che possiamo scegliere sono infinite, nessuna porta da nessuna parte ma alcune ci fanno godere maggiormente il viaggio, altre meno e ci creano magari disagio.
 
Il viaggio finisce senza arrivare a nessuna destinazione ed il bilancio che possiamo trarre un attimo prima di lasciare l'auto sarà la somma delle strade belle e quelle brutte che abbiamo preso.
 
Se non scegliamo di nascere, e non abbiamo uno scopo in vita, la vita stessa diventa lo scopo.
 

Lo scopo della vita è vivere

 
Non vivere come si aspetta qualcuno, la società, i nostri genitori o magari noi stessi plasmati subconsciamente da tutti i subdoli messaggi da cui veniamo bombardati fin dalla nascita.
 
Vivere come ci appaga, fare quello che ci fa stare bene, non perchè deve portare da qualche parte ma perchè ci fa stare bene, punto.
 
Vivere sereni, neanche felici che è un stato di euforia transitorio e non può essere uno standard costante, ma sereni.
 
Vivere emotivamente alla giornata, o meglio forse epicureanisticamente, anche se dovendo obbligatoriamente sottostare a dinamiche sociali tarate per sopravvivere, come lavorare per guadagnare il necessario a sostenersi (o sostenersi autonomamente in altro modo).
 
Alla fine tutto quello che pensiamo sia stato il bilancio della nostra vita è solo un ricordo parziale di quello che è stato.
 
La differenza tra experiencing self - il proprio io che vive nel momento le cose per quelle che realmente sono -
 
ed il remembering self - il proprio io che ricorda in modo parziale e filtrato le cose non tanto per come sono state ma per come sono finite (esempio molto stupido, una partita della tua squadra del cuore vinta all'ultimo minuto dopo un'enorme sofferenza con un gol di scarto è ricordato con molta più immensa gioia di una partita vinta dominando dal primo all'ultimo minuto con 3 gol di scarto in cui tu tifoso hai goduto per 90 minuti invece che sofferto come una bestia 89 per goderne uno alla fine)
 
I nostri ricordi sono parziali e filtrati, così come l'effetto nostalgia.
 
Conosciamo noi stessi più per sentito dire e per l'opinione degli altri che per quello che davvero siamo e pensiamo di noi stessi, pochi trascendono questo modo di fare per raggiungere una vera autocoscienza.
 
Ci attribuiamo scopi che ci ha già appioppato subconsciamente la società, che noi crediamo di aver scelto liberamente ma in realtà sono stati già scelti per noi.
 
Facciamo cose, perseguiamo carriere, compriamo beni, che pensiamo di volere ma in realtà ci sono indifferenti e che spesso appena ottenuti perdono di qualsiasi significato.
 
Non ci scegliamo i genitori, il dna, la famiglia o la società in cui crescere.
 
Di base veniamo teletrasportati in un'auto su di una strada infinita senza inizio e senza meta, in cui spesso è inserito il pilota automatico ed ogni tanto abbiamo l'occasione di dare una sterzata per scegliere la strada ad un bivio, altre volte ci fanno pensare che stiamo sterzando noi ma c'è un pilota invisibile che lo fa al posto nostro.
 

Spesso passiamo la vita a convincerci che siamo grandi piloti e stiamo sfrecciando nel modo migliore possibile verso la nostra meta finale, che sarà sicuramente fantastica, quando in realtà non ci accorgiamo di essere sul sedile del passeggero.

 

 

Cosa ci resta da fare?

 
Solo una cosa : goderci il viaggio al meglio possibile con un sorriso ebete sulla faccia per più tempo possibile, prima di venire teletrasportati fuori dall'auto così come ci hanno teletrasportati dentro, senza chiederci un cazzo.
 

Goderci il viaggio è l'unica cosa in nostro potere, forse, se non facciamo neanche quello probabilmente togliamo anche il senso ad una vita senza scopo.

 

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