In un'epoca di omologazione, culto dell'apparenza ad ogni costo, disagio sociale e guerra di fazioni, quelle rare personalità che resistono all'appiattimento generale imposto dai tempi, dai modelli, dalle mode, si ritrovano quasi tutte ad affrontare determinate fasi nella loro personale ricerca del proprio sè e del proprio posto nel mondo.
Insoddisfatti da quello che è "la normalità", lo status quo, l'ambiente in cui si è cresciuti e si dà per scontato ed incapaci di divertirsi e trarre appagamento da quello che sembra piacere ed andare bene a tutti, si sperimentano quante più cose possibili in tutti i campi, quasi a cercare il proprio modo di fare, il proprio stile, il proprio branco, il proprio ruolo e personaggio da interpretare ed ogni volta che si adotta un determinato "stile", modo di fare, forma mentis, ne si diventa estremisti.
Dopo questa fase ci possono essere due strade :
o si è trovata la propria dimensione, e si passa la vita ad interpretare un ruolo in cui si è o si pensa di essere a proprio agio cercando di imporlo come il migliore e difendendolo sempre a spada tratta per partito preso come si fa con la squadre del cuore...
oppure se nulla invece ha davvero appagato la ricerca, inizia un fase da sognatore in cui ci si rifiuta di accettare che il mondo sia davvero così alieno rispetto a se stessi, si ricercano persone simili con cui cambiarlo e quando ci si accorge che ciò non è possibile, che alla altre persone sta bene quello si personalmente si reputa inconcepibile o ingiusto, che le persone non vogliono e non sono capaci di cambiare, si passa alla disillusione totale, con disinteresse e talvolta quasi disprezzo per qualsiasi cosa che non sia o provenga da se stessi : il germoglio di una cocente frustrazione che se assecondata avvelenerà l'esistenza di chiunque.
Una disillusione che porta a pensare che non vale la pena prodigarsi per cambiare qualcosa che non può essere cambiato, salvare qualcuno che non vuol essere salvato, vivere alla ricerca di qualcosa di "superiore"che non potrà mai essere raggiunto.
Si smette di sognare, di fare progetti, di vivere di passioni.
Tutto diventa una banale routine finalizzata a convincersi di star bene attraverso vari palliativi e che alla fine ugualmente non si avrebbe il potere di cambiare nulla e quindi non vale la pena neanche provarci.
Colui che alla fine riesce ad andare oltre, ad uscire da questo gioco di ruoli e maschere, di ricerca dell'accettazione e paura della solitudine, realizza che si tratta solo di una grossa bolla di sapone, che tutto questo meccanismo non ha alcun senso e nessun valore.
Smette di recitare ed inizia a fare ciò che vuole, dire ciò che pensa, isolarsi se lo fa stare bene, non fare più nulla solo perchè ci si aspetta che venga fatto, e godersi l'attimo per quello che è e basta.
Un costante flusso di coscienza. Un modo di fare che spesso può essere confuso con pazzia o maleducazione o immaturità.
"La pazzia è come il paradiso. Quando arrivi al punto in cui non te ne frega più niente di quello che gli altri possono dire... sei vicino al cielo."
-Jimi Hendrix
Sono sempre stato incredibilmente affascinato dagli aforismi
Più leggi e studi, più ti rendi conto che praticamente qualsiasi pensiero, riflessione, dinamica che puoi pensare o penserai è già stata scritta magari anche secoli fa da altre persone che vivevano in epoche, contesti, ambienti totalmente differenti.
E non sai se gioire di questa cosa, perchè capisci di non essere stato l'unico strano, solo, a vedere una realtà che non esiste...
oppure se esserne terrificato, perchè vuol dire che le dinamiche, la natura, gli atteggiamenti, i pensieri che caratterizzano la vita dell'umanità sono sempre gli stessi da millenni, e sempre gli stessi resteranno con la storia che si ripeterà ciclicamente all'infinito... e l'unica cosa che cambierà nel tempo sono i mezzi tecnici del momento.
E tutto ciò non fa che alimentare quel senso di inerme impotenza per cui studiando potrai capire, imparare a leggere le situazioni, magari prevederle e quindi trarne un momentaneo vantaggio... ma non potrai mai veramente fare qualcosa per cambiare quelle dinamiche che non senti tue e ti creano disagio.
E' quel preciso momento in cui probabilmente chi è geneticamente predisposto mentalmente, riesce a fare il salto passando dal voler combattere e cambiare il sistema e l'umanità, ad accettare le cose per quello che sono, e soprattutto accettare e stare bene con se stessi.
Imparando a non sentirsi più fuori luogo e fuori tempo, perchè consci che in realtà il giusto luogo ed il giusto tempo non esistono all'infuori di se stessi ma sono il frutto della nostra prospettiva ed aspettativa.
Non cercheremo più di piegare il cucchiaio perchè giungeremo alla verità... cioè che il cucchiaio non esiste.
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