Intervista Alessandro “Alexei Stratos” Gambadoro – Affrontare gli infortuni e l’evoluzione del Body Building

Intervista ad Alessandro Gambadoro in arte "Alexei Stratos" autore del sito "Palestratos"

La storia di Ale è particolare, oltre ad avere iniziato a vivere e lavorare nell'ambiente del Body building negli anni 90 e aver potuto assistere a tutto il cambiamento che c'è stato, ha sfortunatamente avuto esperienza con bruttissimi infortuni da cui è sempre tornato più forte di prima. Ho voluto intervistarlo proprio per dare spazio alla sua storia, che può dare motivazione e conforto a tante persone che vivono circostanza simili.

Ciao Ale e grazie del tempo dedicato per questa intervista.

Con tutte le persone serie che hai intervistato ancora non capisco perché hai scelto me, il mio analista ringrazia.
Scherzo, ovviamente non ho un analista, non più, diventava pazzo.

Grazie a te.

Prima di tutto, ci fai una panoramica su di te e la tua formazione sportiva e professionale ?

Sono solo uno dei tanti che andava a scuola con un obiettivo preciso,( volevo fare veterinaria), poi un giorno sono entrato in una sala pesi per sbaglio, ho trovato la persona giusta, e da quel giorno non ho fatto altro.

E’ stato un colpo di fulmine, ricordo ogni dettaglio, è stata subito dipendenza. Ho iniziato cosi. Andavo e facevo le cose come pensavo fossero giuste, senza metodo, salvo poi capire che in due anni non avevo preso mezzo grammo. Però mi sentivo a casa, ero sereno.  Ho messo da parte la timidezza che mi perseguita da sempre  e ho chiesto aiuto, intanto ho iniziato a informarmi, perché se quelli in sala non erano competenti lo dovevo diventare da solo.

Ho incominciato a spulciare le riviste del settore dal mio veterinario ( il mio incontro giusto ), ho iniziato a fregargli i libri. Intanto lui mi faceva le prime schede, le prime diete, e mi spiegava quello che facevamo, internet non c’era.

Oggi si incazzano tutti con la BroScience, ma c’era solo quella, non avevi alternativa, era come nelle tribù. Imparavi dall’esempio che ti davano gli altri, come i bambini che scimmiottano  i genitori mentre si creano una loro personalità.  E’ vero che scientificamente non si capiva nulla ( forse ), ma è pure vero che crescevano tutti. Fatto sta che da 61kg arrivai a circa 97 nei tre anni successivi.

Mio padre vendeva laterizi, gli anziani industriali capivano quali erano i  terreni giusti per le cave di argilla, assaggiando il terreno, oggi servono i chimici e i laboratori. Sarò nostalgico ma non sono così convinto che ci siamo evoluti, ci siamo solo complicati la vita mettendo confusione in una cosa che funzionava benissimo quando era semplice e chiara a tutti. 

Non sto dicendo che studiare non serve, voglio che sia chiaro, solo che alcune cose oltre a leggerle le devi soprattutto fare e vivere, migliaia e migliaia di ore di fila,  altrimenti puoi solo fallire.

Quando le persone vedono come  ti poni e ti danno credito, ti assumi una responsabilità. Dico sempre a tutti di ascoltarmi ma poi di andarsi a fare una cultura propria.

Solo gli idioti non cambiano idea, la coerenza è la virtù di quelli che restano sempre uguali. Oggi puoi essere convinto di una cosa, ma domani non più, basta ammetterlo. Ecco perché mi piace questo mondo, non smetti mai  di provare, di imparare, di capire. Mi spiace tanto per quelli che dopo una gara, un corso scontato, due clienti seguiti, o 6 mesi in sala si sentono arrivati. Si perdono il piacere del viaggio ed è triste.

Lavoro in sala da sempre, anche se per tantissimi anni gratis. I gestori mi chiedevano di seguire quel ragazzo, o se potessi aprirgli io la sala, o chiuderla, alla fine passavo almeno 4-5 ore al giorno li dentro, ovviamente poi ho pensato che potesse diventare un lavoro vero.

Non so se sia un bene o un male, ma non sentendomi mai pronto non credo di essere nella posizione di poter insegnare niente, mi limito a raccontare il mio percorso e quello dei ragazzi che seguo.  Quando mi dicono che sono un professionista faccio fatica a capire se mi prendono in giro o se ne sono convinti, so di saper fare il mio lavoro, questa presunzione me la prendo con una certa cognizione di causa, ma temo di essere ampiamente sopravvalutato e ho il terrore di non reggere il passo con l’idea che la gente ha di me.

La tua storia è molto particolare, perchè hai vissuto un terribile infortunio che per molti poteva decretare le fine di ogni velleità sportiva, ma poi negli anni ne sei uscito più forte di prima, puoi parlarcene ?

Hai due mesi liberi? Purtroppo per risponderti devo dilungarmi.
Oggi lo racconto con serenità perché ho fatto pace con me stesso, ma sono sincero non mi piace discuterne troppo. Il fastidio nasce da due motivazioni grosse. La prima è che da atleta non tollero le scuse, nulla di quello che ho vissuto deve diventare un attenuante per i miei evidenti fallimenti. La seconda è che non mi va di ammorbare la gente. Ne parlo solo perché negli anni ho capito, grazie al sito, che moltissime persone hanno trovato uno spunto nel sentire il mio percorso e allora se posso essere utile mi va bene anche rischiare di passare per il lagnoso di turno. 

Nel 2003, come dicevo prima, avevo preso più di 30 chili e pensavo alla mia prima gara,  quando mio padre sta molto male, mollo gli studi perché se fosse andata storta qualcuno doveva occuparsi di mamma. Trovo il classico lavoro truffa, 650€ al mese per nove ore e mezza di lavoro da magazziniere. Li la schiena fa un tonfo indolore, un po’ come quando ti scoppia la ruota della bici, insisto a lavorare altri tre giorni, quando mi trovo costretto a farmi sollevare da terra senza forze e col respiro affannoso. Vado rapido.

Sono stato operato nel 2008, in questo periodo ho vissuto un anno con le stampelle, uno con dei dolori cronici che non passavano neanche imbottendomi come Micheal Jacson, circa 7 mesi in un letto senza potermi girare da solo. Anni in cui era un successo se riuscivo ad alzarmi dal letto per andare a pranzo da solo.

Per i medici erano delle contratture ma alla fine tremavo tanto da non reggere la forchetta in mano, e speravo seriamente di restare sulla sedia perché non ne potevo più di stare male.

Intanto però tra alti e bassi facevo il possibile, ad esempio il SoftAir che ho fatto a livello agonistico, finchè una mattina la gamba è morta del tutto. Troviamo in extremis il medico giusto, un neurologo spinale.

Mi ha ridato la vita. Ho fatto la riabilitazione, ho dovuto reimparare quasi tutto, considera che a un certo punto io non uscivo più di casa non potendo fare le scale, in auto salivo tirando le gamba dentro con le braccia.

Sono tornato in sala, e piano piano ho dovuto trovare nuove soluzione, nuovi setting, il mio corpo era tutto diverso, dovevo fare amicizia con una mini protesi che mi rendeva tutto difficile, la amavo perché ero dritto e avevo una seconda chance, la odiavo perché la mia vita era legata a un pezzo di gomma. Se allungavo un braccio iniziavo a tremare come un pazzo perché i lombari non mi tenevano dritto.

Ho fatto l’unica cosa che sapevo fare, andavo avanti. Se nel 2003 ero 97 chili con un 47cm di braccio e un 70/71 di coscia, post intervento stavo in una 44 e pesavo 74 chili.

Nel 2013 ero tornato sugli 88 kg, ero tirato, ricomincio a pensare alle gare, ma  mi si blocca lo stomaco per settimane intere. Mesi in reparti tristissimi, come quello per la fibrosi cistica, per capire che sono quasi celiaco. Scoprirò in seguito che la colpa era degli anni di cortisone che mi veniva somministrato per le cure sbagliate. In un anno passai da un 8% circa di BF, al 22.5% solo sull’addome.

Volevo mollare tutto, avevo pure pensato di regalare il sito, era troppo. Sono cresciuto in una fortissima indigenza economica, abituato a rinunciare a tutto, nel Body building per la prima volta avevo scoperto che nella vita almeno UNA cosa poteva dipendere da me, almeno in quello non dovevo subire situazioni non mie, anzi se davo ottenevo, se mi facevo il culo ero premiato, ma la vita sembrava divertirsi a buttarmi sempre giù.

E’ durata un paio di mesi, poi ho deciso che se Dio per qualche strano motivo voleva punirmi, faceva prima a puntarmi un fucile in fronte e premere il grilletto, perché porca eva il gusto di levarmi l’unica cosa che volevo non gliela davo più.  Mi rileggo tutto quello che avevo scritto, chiedo aiuto a degli amici, e in un paio di mesi la plica era a 6 e i chili erano per la primissima volta 100.

Decido di cambiare aria. Faccio dei controlli prima di partire, e il Karma ci riprova. Il radiologo legge male una risonanza, mi trovano una vena ischemica in testa, mi dicono che sono prossimo a un ictus, nei controlli scoprono che ho un forame ovale pervio e mi devono operare al cuore. Lo stress mi mangia vivo, in due settimane arrivo a 88 chili, mi mettono in lista per l’intervento. Mi dicono di non allenarmi assolutamente o avrei generato delle micro bolle che potevano scatenare un ischemia. Ma ero stufo e non mi convinceva, inizio a studiare tutto quello che trovavo, più leggevo e meno mi fidavo, intanto mi continuavo ad allenare fregandomene altamente.

Fanculo se dovevo crepare che fosse sotto uno Squat e non su un divano del cavolo, se qualcuno la su mi voleva morto ne doveva approfittare mentre mi divertivo, la soddisfazione di farmi fottere mentre tremavo di paura in un angolo non l’avrebbero mai avuta. Alla fine convinco i miei e vado in un centro di eccellenza a CT, dove mi dicono che non avevo assolutamente nulla e che per loro avrei potuto pure gareggiare ( si perché speravo nuovamente di farlo ). 

E nulla, dal 2003 quello che sta finendo è il primo anno vero senza beghe fisiche. 

Come è stato il rapporto con i sanitari, in relazione alla tua voglia e al tuo bisogno di tornare ad allenarti che molto spesso non viene capita ?

Eheheheh travagliato.

Sono sempre stato uno serafico ma ricordo il settimo o ottavo ortopedico che mi visitava per la schiena. Era il periodo peggiore, piangevo dal dolore continuo, erano anni che insistevo dicendo che mi si erano ruotati i lombari, che chiedevo una TAC o una Risonanza, ma loro solo raggi, anche otto volte l’anno. Non so perché ti ignorano, per loro sei un giocattolo.

Ero bloccato da 20 giorni, questo mi dice “ Ma tu sei sicuro che non eri cosi pure prima” non saprei spiegartelo neanche, si è spento il cervello, mi si sblocca tutto, mi alzo dal lettino, gli infilo sue dita sulla gola e sollevo da terra scaricandogli  di sopra tutti gli anni vissuti in quel modo.

Il problema non sono i medici, è che alcuni stanno li per sport, altri non hanno completamente empatia.

Quando andai dal medico che poi mi ha operato sono stato molto diretto.  Gli dissi “ io faccio e vivo di pesi,  se mi dici che la schiena sono colpa loro, io me ne vado, se mi dici che non ne posso fare più, io me ne vado, se mi dici che mi operi ma poi non posso farli, io me ne vado”.

Mi ero già organizzato per allenarmi con tutta la sedia a rotelle.  lui mi rispose  che se non ero paralitico era perché ragionavo così.

Quando  hai un ernia l’unica cosa che ti tiene dritto sono i muscoli. Io stavo male anche perché mi imbottivano di cortisone e miorilassanti. Solo che ormai era tardi, avevo circa  3mm di nervo libero, se ne comprimevo un altro anche se operato sarei rimasto seduto.   

In quel periodo ho aperto il sito, se non potevo allenarmi potevo studiare e dato che scrivo per memorizzare ho deciso di mettere tutto on line.

Da quel momento ci siamo capiti. Al risveglio la prima cosa strana era che non avevo più dolore, lo so che non lo potete capire, ma mi mancava qualcosa. Mi prendo di coraggio e provo a muovere le dita dei piedi, e funzionava tutto.  Alzo gli occhi e avevo il triangolino sul letto, quello per spostarsi, avrà un nome che non conosco. Lo afferro e mi tiro su, provo a girarmi un po,  e finisco col fare 10 trazioni ahahahah.

Di norma ci si alza dopo due settimane, io ne ho combinate cosi tante che dopo 4 giorni ero a casa.

Al seminario DCSS ho fatto amicizia con Claudio “Somoja” Zanella , oggi è l’unico di cui mi fido ciecamente, se lui mi dice stai fermo io sto fermo, se lui mi dice vai io vado. So di essere un paziente difficile, e lui ha una pazienza sterminata, ma sono uno sportivo, non mi basta stare in vita, vivere non mi interessa se non lo posso fare alle mie regole, ho già dato abbastanza con le regole non mie,  gente come Claudio questo lo sa bene. Sono fortunato ad avere la mia trinità personale, medico amico e sportivo.

Cosa credi che questa esperienza ti abbia insegnato più di ogni altra cosa ?

MNF, è il mio acronimo, sta per Me Ne Fotto.

Io so di avere dei limiti, non sono scemo, il mio corpo gentilmente me lo ricorda tutti i giorni appena mi alzo dal letto, ho solo deciso che li ignorerò finchè non si stancheranno di darmi noia. Ho  quaranta milioni di ragioni per mollare, ma non ho una sola buona scusa per farlo sul serio. Sono agnostico, ho una vita sola, non mi posso permettere di fare la comparsa in questo show.

E’ troppo comodo piangersi di sopra aspettando che il nulla cambi le cose. Ho deciso che fin dove posso, è un mio preciso obbligo tirare dritto. Non so dove sia il limite, quindi vado avanti come se non ci fosse, non mi importa più nulla di cosa pensano gli altri, del loro parere, di cosa fanno, dei loro standard. Sono già morto un paio di volte, cosa può andarmi storto? Nessuno può levarmi nulla. Quindi che andassero tutti a farsi benedire in terra, in cielo e in ogni luogo, io non ho altro da fare.
Quando inizi ad affogare nelle tue paturnie blocchi il tuo orologio mentre quello del mondo va avanti, non è nascondendosi che si risolvono i problemi.

Ad essere sincero non è che sia andata così, nel senso che quando potevo camminare prendevo il mio borsone, le stampelle e andavo in palestra. Avevo comprato i Power Hooks cosi i manubri non li dovevo alzare sempre da terra, mi sono auto-costruito un hip belt per lo Squat, facevo tutti gli esercizi che non mi davano dolore, altri li adattavo, o mi cercavo quelli meno conosciuti, ricordo che non potendo Squattare, facevo una pressa mono-podalica pressando la pedana per le trazioni assistite.

Ancora oggi uso un infinità di varianti ed esercizi diversi, e non capisco perché dovrei giocare con 4 cose quando ho un intero negozio con cui potermi divertire. I tre big per tanti anni per me erano i tre intoccabili, peso 98 chili, incazzatevi pure ma non mi pare siano necessari per andare avanti, anzi con la maturità muscolare diventano proprio limitanti.

Hai svolto la tua professione da personal trainer ed istruttore di sala sia in Sicilia che in centro Italia. Quali sono secondo te le maggiori differenze tra i due luoghi ?

Chi vuole una cosa sul serio se la prende a Trapani così come a Verona. Ci sono i lagnosi e i gli incantati sia giù che su.

La cosa che cambia è che almeno in centro Italia c’è più umiltà, è facilissimo fare il personal, la gente capisce il valore della professionalità, lì è chiaro a tutti che se vai in sala è già tanto se ti REGALANO la scheda mensile, se vuoi una cosa ad hoc danno tutti per scontato che sia corretto e giusto pagare. Dopo tutto quando vai dall’avvocato non pretendi di vincere la causa gratis. Dalle mie parti se fai un discorso simile ti danno del pazzo,  è come se tutto gli fosse dovuto.  

Una delle prime cose che mi ha impressionato al centro, è stata la netta distinzione tra gli assistenti di sala, gli istruttori e i personal, un obiettivo che ormai nelle mie zone ritengo utopico. Anche le paghe erano adeguate, quindi non so un assistente di sala ( per capirci ti aiuta nella serie e mette a posto dove resta casino ), prende almeno 7€ l’ora, io non mi ci sono neanche mai neanche avvicinato gestendo intere sale pesi in Sicilia.

Un'altra cosa molto importante è che tutto in Italia si svolge da Roma in su, da noi non c’è nulla. Ero a Imola in un ora circa, ero al Nord Italia, a Milano, al Due Torri, al San Marino, al Wellness. E’ anche un problema di infrastrutture, da Trapani a Messina ci vogliono 9 ore in treno, siamo rimasti al 1700.

L’Emilia Romagna dopo tutto è sempre stata un pò la capitale del BB, anche se negli ultimi anni le cose si sono un pò perse forse. In ogni caso la gente è abituata a vedere gente di livello ed è ben conscia di cosa si può raggiungere .Infatti mediamente sono tutti predisposti a lavorare bene ( che poi uno diventi “ grosso “ o meno è un altro discorso ).

Dalle mie parti oltre a un senso di totale abbandono ed isolamento, c’è un lassismo imbarazzante, la gente sembra arresa, e se qualcuno riesce è visto come uno che ti ha rubato qualcosa.

Ora ripeto, tutto il mondo è paese, però almeno sei più sereno su, poi sono di parte, io non sarei voluto tornare giù, ho dovuto.

Sei nell’ambiente da tantissimi anni, come valuti l’evoluzione di questo e della figura di personal trainer ?

E’ un mio punto di vista basato sulle esperienze quindi può valere mille o zero.

Quando ero ragazzino le gare importanti erano erranti, non so il Mr.Olympia non è che fosse sempre a Las Vegas, ero piccolino ma ricordo dell’Olympia a Rimini. Tutti i grandi nomi uscivano da quelle regioni, o ci vivevano, e in buona parte è ancora così. Ultimamente, saranno un 5-8 anni, ci si sta spostando più a sud, Campania e Puglia per lo più, non saprei dirti il motivo però, è solo una constatazione ricavata dal movimento degli atleti ( ho i miei sospetti però ) .

Sui personal sinceramente so dirti meno. Fuori dalla Sicilia non c’ero, da me in pratica non esistono  ancora.

Posso dirti però che vedo movimento, ti posso garantire che le persone preferiscono pagare un professionista che lavora in un ambiente ristretto, chiamalo un PT Studio, giusto per dare un immagine visiva, e pagare qualcosa di più per un lavoro fatto bene, piuttosto che andare in una sala pesi, di quelle note, e finire sempre infortunato, o deluso per la totale carenza di risultati.

Quanto pensi abbia influito il cambio di legge in merito al doping, ora totalmente bandito e taboo anche il solo parlarne, mentre prima l’uso personale era consentito e si potevano prendere farmaci in farmacia ed avvalersi della consulenza di medici esperti ?

In termini pratici nulla. Sinceramente è come con le prostitute, ci andavi nella Pompei antica, e ci vai a Milano oggi, se c’è una cosa che nella storia ha sempre fallito sono la repressione e la censura.
In termini funzionali è stato un dramma. Premettendo che se uno non vuole fumare anche se ha i genitori che si fanno 4 pacchi Marlboro al giorno non inizia neanche, quindi quell’idea secondo cui se è illegale non sei spinto a farlo è una boiata. Anche fumare erba non è consentito, ti risulta sia difficile trovarne un pò volendola?

I natural c’erano prima e ci sono adesso, per il banale fatto che nella realtà a molti clienti il fisico immenso non interessa proprio, un buon 80-85% di target vuole cose ottenibili senza dover comprare neanche un pacco di proteine in polvere, figuriamoci  doparsi.

( Da qui a seguire faccio finta che il problema legale non esista, provo a ragionare su altro )
Chi invece ha altre mire lo farà lo stesso. Qui nasce la fregatura. Hai 17/18 anni vuoi fare gli juniores, a chi chiedi? (minuto di silenzio ????)

Ecco la prima questione. Quando ero piccolo era tutto chiaro, nella mia palestra c’erano molti professionisti, vedere gente di 100 chili tirati era normalissimo, gli HP ( altezza peso ) erano quelli agli inizi, addirittura era quasi un insulto, ricordo certe frasi fantastiche tipo “ Se non finisci la serie ti do un ceffone che ti risvegli HP “ .  

Questa gente, che oggi sarebbe definita ignorante, in realtà aveva molte più conoscenze tecniche e teoriche di quello che vedi oggi in sala.

Un'altra differenza con ora è che “ i grossi “ ti aiutavano, si fermavano a parlarti, ti davano consigli, ti motivavano, nessuno si nascondeva nulla anzi te lo dicevano chiaramente. Io mi ricordo benissimo questa frase, “ Non guardare cosa facciamo noi, stiamo preparando una gara, siamo professionisti, siamo aiutati, tu no, non puoi reggere certe cose, a te serve altro, quindi se ti piace prendici come stimolo ma fai il tuo percorso” e da li una serie di suggerimenti.

Per la cronaca, a leggere in rete sembra che chi si dopa ignori o trascuri i possibili rischi, ma fidatevi, TUTTI avevano e hanno una fortissima consapevolezza di tutto ( parlo di chi è atleta non dei cretini che giocano a fare i grandi) . Se vuoi andare a fare formula 1 sai che devi correre vicino a un muro a 350km/h.

Tanto per evitare equivoci non è che sia a favore, solo vivo nel settore da quasi 20 anni, vedo pure gli altri sport, non mi illudo più.

Nessuno si sarebbe mai sognato di fare il finto natural o sarebbe stato preso per il culo a vita. Se usavi la chimica si doveva vedere, nessuno si vergognava di essere grosso, nessuno li guardava come appestati e nessuno si illudeva di potergli assomigliare senza certe cose.

Ti dirò di più, vedendo la mia passione, vedendo quanto ci tenevo, mi dissero “ vedi che se ci provi a farlo si vede e ti spacchiamo le ginocchia “

Torniamo al punto base, questi andavano in ospedale, pagavano le visite, andavano da un endocrinologo e si facevano seguire, se succedevano casini avevano dei medici dietro. Oggi puoi solo chiedere al grosso in palestra, puoi cercare nel sotto bosco della rete, addirittura ora alcuni usano facebook dove ci sono i gruppi doped addicted, in cui magari smerciano pure anabolizzanti, o consigliano agli utenti cosa prendere.

Arriviamo al momento ipotetico in cui  uno si sia procurato tutto, come fai a sapere cosa c’è dentro?

In rete tempo fa giravano i video di un sequestro in Cina, di una cosiddetta casa farmaceutica UG ( Under Ground ), era un cucinone, nulla di sterile, bollivano l’olio dentro cui mettevano le polveri di anabolizzanti in pentole per la pasta,  trovarono peli di gatto, di topo, in alcune fiale trovarono peli pubici e sperma.

Ignoriamo che per lo smercio devi creare un organizzazione non proprio affidabile, il dramma sono le condizioni igieniche, la mancanza di sterilizzazione, non sai neanche se nel prodotto hai  la sostanza che volevi o una più economica.

Ovviamente ora sono tutti natural, tutti guru ecc ecc. Mi pare ovvio che la spesa grossa sia ricaduta sui ragazzi. Vedi dei fisici che sono palesemente dopati, ma la gente è illusa che siano natural.

Io essendo partito gravemente sotto peso li ho presi 30 chili in 5 anni di pesi, oggi trovi ragazzi che lo fanno in 6 mesi ma sono Drug Free. O conoscono Popo e Dende che gli prestano la stanza dello spirito e del tempo, oppure ….
Quando ero piccolo io non ti fidavi di uno che non faceva pesi, non ti fidavi di uno che non era sul campo, la credibilità te la dovevi creare e guadagnare, oggi dopo tre secondi  sei un tecnico. Circonvenzioni di incapace da per tutto. Da un avvocato neolaureato che non hai mai vinto una causa vi fareste difendere?  

Sarà mica un caso se oggi preparazione è come dire “ sono in ciclo “, preparatore vuol dire “ quello che mi buca “ sono ON e sono OFF, non è più sono off season e quindi mangio e mi alleno cosi o pomi, ma “ sono sotto ciclo o no”.   Prima imparavano ad allenarsi e poi andavano di chimica, oggi non sapendo fare la prima cosa, puntano diretti sulla seconda.

Si è perso tutto,  e per cosa? Nonostante tutto, ti sembra di vedere tanti natural in giro?

Quanto credi che le tradizioni ed i modus operandi nelle palestre sia legati all’uso di anabolizzanti ?

Nulla. Ti prego perdonami non voglio fare il bastian contrario su tutto.

Ribadisco, quando tutto era limpido eri pure più tutelato e meno illuso.

Oggi è una confusione continua, ci sono i segreti tra l’atleta e chi lo segue, non ti dicono la loro scheda miracolosa per rispetto. La verità è che il miracolo sta nei pacchetti nascosti per casa. Gente di 20 anni con già 5-6 cicli di anabolizzanti dalle spalle iniziati dopo forse un anno di sala, è un po’ triste.

Questo andazzo ha fatto si che non ci si fidi dei grossi perché sono Bro,  non ti fidi, ovviamente, di quello che pesa 40 chili ma parla come se vomitasse la garzanti. Quindi?

Io li comprendo i ragazzi che non ci capiscono più nulla, se inizi oggi sei in un baratro di nulla, tra chi si deve nascondere per non rovinarsi la vita, e chi cavalca il momento e crea dei business sfruttando i sogni e le passioni dei ragazzi.

Lo trovo vomitevole.

Se la gente finisce in pasto ai macellai è anche, se non soprattutto, colpa dei geni del web. Sono come i pusher, si mettono l’abito buono, si inventano una storia rispettabile,  ti invitano in una festa di lusso, dove sono tutti drogati o complici, ti regalano delle dosi gratis, ti circondano di falsa cultura e opulenza, e dopo averti venduto il prodotto ti lasciano nel baratro, mentre loro vanno sul retro a contare le banconote.

Il problema è che danno info che spesso non sono spendibili, chi se ne fotte dei mitocondri siamo sinceri? ( io ci ho fatto un articolo sia chiaro ), chi se ne fotte delle forze di taglio nel mignolo del piede quando pressi il piede dentro la scarpa mentre fai squat?

Onanismo facebokkiano, io me li immagino secchi secchi, davanti allo specchio con un erezione “ ohhh si Schofield ha la fatto la ricerca sulla protrusione dello scroto durante lo stacco, posso farci un post .. Godoooo ”

La “Broscience” a tuo modo di vedere, è figlia diretta degli anabolizzanti ?

Gli atleti  sanno molto bene cosa fanno, non sono stupidi. Io lo capisco che alla gente fa comodo crederlo. Hanno il fisico che vorremmo tutti, sono sicuri di se stessi, alla fine devi trovare qualcosa per toccarli, quindi o hanno il cazzo piccolo, se va male almeno che non funzioni più, male che vada sono scemi, e se non quadra neanche questo c’e sempre da sperare in un infarto o un tumore.

Jhon Cena è laureato in fisiologia, ditemi che uno come Arnold è scemo, e potrei andare avanti quanto ti pare.
La BroScience è figlia di chi non coniuga anni e anni di attività agli studi. Sinceramente ne vedo più  da quando esistono i gruppi di facebook e le lauree in scienze motorie che prima. Noi avevamo meno dati a disposizione, ma stavamo tantissimo in sala pesi, oggi vedo una marea di cretini che scimmiottano un  latino che non hanno mai studiato e sventolano dei titoli comprati all’eurospin.

Mi spiace seriamente per chi non ha visto gli anni 80 e nei 90 era troppo piccolo. Il fisico, dopato e non, è frutto di impegno, dedizione, cura maniacale, anni e anni di pratica. Lo so che prima si dicevano alcune cavolate ( ricordiamoci però pure dell’oceano di cose corrette capite sulla pratica e solo di recente confermate dalla ricerca ),  ma erano dette senza dolo, oggi molti di quelli che divulgano informazioni, anche  giuste per carità,  lo fanno sapendo chiaramente di perculare le persone.

So di essere crudele, non tutti possono fare gare, non possono essere tutti grossi. Chi ci riesce è perché ci è nato, non rubano nulla a nessuno neanche dopandosi, perché se si dopa uno che non è portato continuerà in ogni caso a fare schifo esteticamente, meno di prima ma resterà sempre scarso.

Questa moda sgradevole di voler far credere alle persone che puoi stare in un settore di nicchia non avendo nessuna dote per meritarti di starci dentro e fastidiosa. A rischio di essere noioso, li capisco, devono portare il cibo in tavola pure loro. Su chi è abile sanno di non poter avere presa, non gli resta che andare nel bassifondi a raccattare  i frustrati che non hanno risultati, illudendoli.
Io posso pure studiare economia, entrare nei giri giusti, vestire bene, ma non entrerei mai in un gruppo ristretto in cui fanno parte i veri facoltosi del mondo. Non basta studiare, non basta sognarlo, non basta essere invitato o raccomandato, serve quel QUID che nessuno ti regala, non lo compri, ci puoi solo nascere. Questa è la nuova Broscience e sta sul serio mettendo in cattiva luce tutto il settore.

Lontano  dalla tastiera c’è un mondo vero in cui un ragazzo di 23 anni alla sua prima gare vince categoria e assoluto e ha un futuro all’estero. Questo è Body building, gli altri possono fare i corsi di sala, il wellness, l’imitazione del body building, ma non entreranno mai in quei palazzi, il problema è che ad illuderli gli si fa male, perché prima o poi saranno sostituiti da qualcuno con più follower e uscendo da Matrix saranno nei casini più neri.

 

Puoi fare Powerlifting se hai dei tonnellaggi scarsi? No
Puoi fare body building se quando ti levi la maglia non hai il fisico richiesto? No

 

Io credo che quasi tutte le discussioni si possano chiudere qui.

 

Da blogger invece scindo il mio essere atleta dal bisogno fisiologico di fare cassa per vivere, ribalto tutto e ti dico che è pieno di nuove leve che sono semplicemente geniali per tirare su soldi e hanno la mia più totale stima. Se non fossi certo che la mattina non riuscire a guardarmi allo specchio farei come loro, perché rende tanto, li fuori è pieno di gente con poca voglia di allenarsi e tanti quattrini in tasca.  Fare soldi senza fare nulla piace a tutti.

Cosa ne pensi del body building natural ? Credi possa davvero esistere e diffondersi, o come quello che è l’immaginario collettivo le fisicità natural non avranno mai l’appeal necessario ?

 

Mi sembra che Stefano Travaglini, Alfredo Tessitore, Mattero Picchi, Gianmaria Marzola, Gioele Evola, Flaviano Gelmini siano natural,  poi l’inculatura è sempre dietro l’angolo alla prima distrazione, ma ci sono.

 

Che pubblico hanno? Quello a cui piace quel tipo di fisico, solo hanno masse più contenute.

Chi se ne frega di cosa vuole la gente?

Il body building lo fai per te, è un attività schifosamente individualistica e ognuno ha i suoi gusti.  Non esiste un meglio o un peggio, un giusto e uno sbagliato,  c’è , e ci sarà sempre, spazio per tutti.

 

L’importante è non credersi superiori a nessuno ne in un senso ne nell’altro.

Facciamo tutti pesi, non siamo Ghandi, ci divertiamo a fare su e giù con dei pezzi di ferro come i cretini, e stare su un palco in mutande e olio, o a guardare chi lo fa.  Diamo a tutto il giusto peso, non stiamo salvando il mondo dalla fame, solo il nostro ego, se questo non è chiaro non ci serve la WADA ma un lettino e uno che ci ascolti.  So di averlo scritto molto spesso ma  è un punto a cui tengo molto e voglio ricordarlo.

 

 

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa di diverso dal punto di vista della formazione e professionale ?

No,  ho seguito i tempi che mi erano concessi dalle possibilità economiche che avevo e dalla tecnologia in cui vivevo. Lo so benissimo che oggi si va più veloce, ma io sono nato quando sono nato e avevo le mie possibilità, non mi posso uccidere.

Probabilmente l’unica cosa che avrei fatto prima, sarebbe stato auto-suggerirmi che forse insistere sul cedimento, la mono-frequenza, la forza a tutti i costi, non era un gran che, ho scoperto il buffer e la multifrequenza da un paio di anni e sono pure quelli in cui il mio fisico è cambiato.   Sembra un aspetto egoistico ma in realtà mi ha aiutato a sbloccare il lavoro con le persone, dopo tutto se le cose non le provi su di te come fai a farle fare agli altri?

Che consigli dai ad un giovane che vorrebbe intraprendere la professione di personal trainer ?

La gavetta. Devi fare prima l’assistente di sala due o tre anni, anche gratis, capire come funziona da dentro una palestra perchè non è cosi banale, solo dopo puoi iniziare a fare l’istruttore di sala, almeno altri 3-4 anni girando varie strutture. Beccatevi il lunedi sera, l’ora di punta, quando dovete gestire 100 clienti che vi seguono tipo a PacMan, poi ne discutiamo.  Intanto studiare da autodidatta, fare corsi, se possibile vedere gare, fare seminari, anche i più stupidi, sperimentarsi un po in tutto.  Dopo si può fare il personal, sempre se intanto si sono raggiunti almeno dei risultati decenti su se stessi e sui clienti che hai aiutato come istruttore. Se in questo frangente la gente non guarda il tuo fisico con rispetto non è cosa che fa per te.

Tutti noi scriviamo di nozioni iper-tecniche ma la gente in sala se ne strafrega, ti arrivano quelli che non sanno quale sia il ginocchio, che ti lasciano per sgarbo i pesi in giro, i depressi, i maniaci, gli anziani col pacemaker, io ho lavorato con giovanissimi sfortunati, chi tumorato, chi con la protesi all’anca, quello senza qualche organo o arto, protesi alla schiena . Serve molta empatia e calma, non puoi far fare l’SST a tutti, di atleti veri ne trovi uno ogni tre anni, è un lavoro in cui devi essere prima di tutto psicologo, motivatore, spronatore. Se leggendo tutto questo credete già che non sia un compito vostro non iniziate neanche, la gente vi affida i propri progetti di vita, i loro sogni, le speranze, il loro zainetto diventa il vostro, potete fallire, ci sta, ma non per negligenza. Facile fare i guru facendo vedere sempre gli stessi 4-5 ragazzi geneticamente portati che porti sul palco, il trucco sono quelli che non si mostrano in rete.

E che consigli daresti ad un giovane principiante che entra per la prima volta in palestra ?

Gli direi che quello che vede entrando in palestra può essere tutto, una vita, un sogno, delle soddisfazioni, un incubo, un passatempo, una carriera, una fonte di frustrazione. Dietro un bilanciere c’è un universo, c’è un modo di vivere e di pensare. Il bodybuilding è equo, ogni tanto è generoso e ti da di più, altre volte è come la figa di turno e te la fa sudare perché è così che ti innamori e lei lo sa, altre volte diventa uno specchio e ti mette davanti alle tue realtà belle o brutte che siano.

Da un punto di vista tecnico, a un aspirante bodybuilder, consiglio sempre di andare piano, di NON guardare mai cosa si dice in rete, di non confrontarsi con nessuno se non con se stesso.

In linea immensamente teorica, prima si imparano a riconoscere i macchinari, poi a farli in modo decente, poi a farli bene, poi a spingerci peso.

Qui inizia la parte dove tutti mollano, è la zona rossa dove chi farà fitness accontentandosi di un fisico carino ma mediocre, lascerà lo spazio a chi vuole provare a scalare il monte Olimpo. E’ il punto dove devi stuprare la tua mente forgiandola per abbandonare la confort zone. Imparare a sopportare la fatica e i momenti no. Capire che se non arrivi al muro non puoi capire quanto ci sei vicino.  Il non avere paura dei pesi, l’imparare ad amare quel senso masochistico che tutti abbiamo, in un processo che dopo 40-50 anni ti farà imparare sempre. 

La weltanschauung sarà sempre avere pazienza, godersi il viaggio, imparare a conoscersi. Ripeto sempre una cosa a tutti. “ non siete manovali, non dovete spostare il carico da A a B, dove allenare i muscoli, ogni tanto saranno parti di muscoli, dovete essere chirurghi, ogni serie e ogni ripetizione è un opportunità che avete per imparare qualcosa del vostro corpo, la potete sfruttare o sprecare, io ve lo posso far capire, vi posso guidare, ma non posso allenarmi per voi “

Il valore dei fallimenti è fantastico, purtroppo tutti ne hanno paura, ma è li che capisci qualcosa. 

Parliamo del tuo sito – palestratos – come è nata l’idea, e che feedback ti ha dato ?

L’ esigenza  egoistica di aprirlo è nata durante la paralisi. Sul blog ho già raccontato tutto, ad ogni modo il nome nasce dal mio essere nerd.  Ero ragazzino stavo su un software, DC++, era essenzialmente uno dei primi P2P diretti, ero un operatore in vari canali, il mio nick storico era Stratos, e quando un amministratore vide una mia foto mi disse “ minkiaaaaa altro che Stratos, sei palestratos “, quando ho aperto il sito dovevo trovargli un nome, mi è venuto in mente, ci ho riso su tre ore come un deficiente ( ero da solo ) e ho pensato che era una buona idea.

Odio chi si prende sul serio, quando la gente fa così fai bene a tenere le chiappe vicino al muro. Ho lo stesso problema con chi non ha nulla da dire, scrive poco ma parla sempre, normalmente sono quelli con pochi contenuti e con un grosso ego da sfoggiare. Anche chi non ama gli animali mi mette molti sospetti Ah ah ah ah

Il sito, è come il mio profilo IG, è un diario di viaggio, il primo si amplia e si revisiona con le mie esperienze, culturali, è la parte tecnica,  il secondo è quella da “ atleta”.  Ho impostato tutto in modo sequenziale, si parte da un argomento e leggendoli tutti si prendono nuove info come un libro, o almeno nel 2008 lo avevo pensato cosi, le cose nuove invece ancora non le ho ancora ordinate perché scrivo di impulso.

Più che feedback? Mi ha stravolto la vita è diverso.

Io non credevo neanche che se lo cacasse nessuno, avevo messo un contatore visite per capire se ci fosse vita, poi un giorno un mio idolo, fa un articolo su un mio lavoro e sul mio portale.

Parlo di Paolo, lui probabilmente non sa quanto mi abbia salvato questa cosa. Ognuno ha delle persone nella vita che lasciano un segno, io ne ho tre e una è lui che è stato un pò mio padre nel settore, quando nessuno mi conosceva, quando neanche io ci credevo, lui mi ha motivato, mi ha fatto capire che non era tempo perso, mi ha dato mille consigli preziosi su tutto.

Nel corso degli anni siamo diventati amici, mi ha dato l’onore di farmi conoscere la sua famiglia e la casa, ma prima ancora mi ha regalato un archivio di conversazioni che mi rileggo quando smetto nuovamente di credere in me. Mi ha anche suggerito alcuni progetti per il futuro e chi sa...
Ma non finisce qui, grazie a lui sono diventato amico di Claudio, ho conosciuto Enzo e Antonio con cui oggi collaboro, ho conosciuto Bomboletti, Siragusa, Pontelli.  Insomma grazie alla sua stima nei miei riguardi ho avuto più visibilità.  Ho avuto accesso ad ambienti più importanti, quelli più tecnici, ho avuto anche delle collaborazioni mica male, tu sei tra questi. Mi sono ritrovato sulle bacheche di gente come, Sagoni,  Currò e Nocerino, chi ci pensava di poter essere calcolato da miti così?

Quest anno girare al Wellness è stato impegnativo, mi fermavano di continuo, mi chiedevano pareri su tutto, tesi di laurea, coaching, mi hanno felicemente spiazzato. Io sono molto timido, quando mi fermavano e mi chiedevano, ma tu sei Alexei? Possiamo farci una foto? Hai tempo per una chiacchierata? mi saliva l’insicurezza, però posso solo dire GRAZIE, è fantastico vedere come una cosa che nasce nella mia cameretta poi ti permetta di conoscere persone magnifiche.  Cosi come mi spiazzano tutti quei ragazzi che mi scrivono per ringraziarmi di aver fatto cose che non mi rendevo neanche conto di fare.
Questa cosa mi terrorizza un pò, ogni volta che butto giù una riga mi interrogo sulle ripercussioni, ho paura di far capire male un concetto, di deludere chi mi ha dato fiducia, di dire mezza cosa che possa ledere ai sogni e alla carriera di chi mi segue. Siamo sinceri infondo sono un demente patentato, non vorrei mi si prendesse troppo sul serio.

Però lo ammetto, è bello, non voglio essere ipocrita, da bimbo avevo tanti sogni e progetti che si sono frantumati davanti a una vita che non è stata proprio lineare, ho finito per vivere nel mio angolino senza dar fastidio a nessuno, non ho mai avuto il fisico che avrei voluto avere ( per me è un fallimento indescrivibile ), non ho mai gareggiato, corsi e studi sono sempre andati a rilento perché non mi potevo muovere, poi scopri che uno si è alzato da una sedia a rotelle, uno ha aperto un centro e fatto un mondiale, un altro che non pensava alle gare le ha fatte. Ci si sente utili, lo so che non posso piacere a tutti e non mi interessa, so pure che tutto questo non mi ha portato un euro in tasca, ho meno di uno stipendio minimo.

La ghisa mi ha dato tantissimo, mi ha anche chiesto parecchio, questo è l’unico modo che ho trovato per ripagarla per avermi salvato la vita, con tutto quello che ho vissuto non so se sarei ancora qui senza una panca e qualcosa da spingere.

Quanto credi nel coaching online?

Prima non ne ero troppo convinto, sono vecchia scuola e mi piace vedere la gente in faccia, vederli allenare e correggerli. Mentre oggi partono quasi tutti dal teorico per arrivare al pratico, io ho fatto il percorso inverso ed è un tipo di imprinting che non ti levi.

Ognuno di noi ha le sue specializzazioni, io ho sempre amato spulciare i meandri degli allenamenti, capirli, mixarli, provarli, farci degli esperimenti. Altri ragazzi sono abilissimi con le alimentazioni o gli integratori ( non mi dilungo però )
Il problema è duplice, vivendo in Sicilia fai fatica a trovare persone che capiscano il valore di un lavoro simile. Un anno di personal sono almeno 3 da soli, più che una spesa è un investimento su se stessi. L’altro aspetto è che, come ti dicevo rispondendo alla tua domanda sul doping, i ragazzi non hanno molta scelta, il chimicone no, il secco che scrive in rete ma non sta sul campo no, da chi vai? Cerchi in rete.

Un giorno un collega mi fece notare che se io rifiutavo , loro continuano a chiedere perché il bisogno gli resta, col rischio di farli finire da un cretino che li sfrutta e rovina. Da li ho provato.

A differenza di quello che si crede è molto più impegnativo, devi avere continui feedback dai ragazzi, non sei li a vedere quindi loro devono sforzarsi di diventare i tuoi occhi. E’ basilare avere report con le sensazioni, le impressioni e richiedo sempre i video in allenamento per vedere se servono correzioni. Ovviamente è tutto più lento, però è stimolante, amplifichi un casino le tua possibilità di misurarti con problemi e realtà diverse. Ci si deve fidare molto, sono loro a mandarti i dati, tu devi credere per forza a quello che ti dicono, di presenza è più difficile farsi fregare. Diventa un lavoro a due, senza il loro impegno non puoi muoverti. 

A mio avviso, è un lavoro che si adatta piu agli intermedi. A uno che entra in sala la prima volta, a distanza e partendo dal livello  zero, come gli spieghi dove sta, quale sia, e come si fa il lat machine? Un ragazzo che già gareggia invece ha il bisogno fisico della presenza di chi lo segue. Anche se conosco atleti che sono saliti sul palco seguiti a distanza.

Poi c’è il lato cliente. Ad alcuni piace sentirsi coccolati, avere un rapporto diretto con chi li segue, è anche più economico se pensi che una scheda nelle palestre te la danno a 50 euro, e un ora di personal va dai 40 ai 70, e poi dato che quasi tutti arrotondano così, gli danno pure un botto di integratori da usare, alcuni si fanno pure pagare per risponderti alle domande.

Il lato negativo è che trovi chi pretende di avere risultati per il solo fatto di pagare. Sembra quasi che la loro forma interessasse più a me che a loro. Gente che ti tiene al telefono orate, ti fa lavorare un casino e poi sparisce. Altri si prendono le istruzioni e personalizzano, o peggio chiamano altri 3-4 del settore, e fanno i mix. Sono quelli che ti fanno un po’ passare la voglia e dovergli comunicare che non ti va più di collaborare è sempre un dolore. Il giorno dopo però ti svegli e magari trovi un messaggio di qualcuno con un sorriso a 86 denti, che ti mostra orgoglioso i suoi risultati e ti ringrazia. Quei visi che partono depressi e sfiduciati e diventano sereni e sicuri di se, ti fanno capire che il gioco vale la candela.

Hai un’aforisma o un pensiero che racchiude il tuo approccio alla vita ed alla professione che vuoi condividere con noi ?

Ne ho almeno due, sono i miei mantra, me li ripeto ad ogni workout, ogni volta che perdo motivazione, le ho incise sulle targhette che porto sempre al collo.

BE THE STRONGEST VERSION OF YOURSELF

VITA MEA MORS TUA BE PUMPING

Grazie del tempo dedicato!

Grazie a te e mi scuso per la lunghezza delle risposte.