Intervista – Marco Bassi – Il culturismo natural ed il lavoro del personal trainer

Intervista a Marco Bassi, culturista agonista natural tra i più longevi che abbiamo in Italia e Personal Trainer con esperienza quasi trentennale. Marco può vantare 3 partecipazione ai mondiali di body building WNBF con un terzo posto ottenuto in quelli del 2016 a Los Angeles. Abbiamo parlato un pò a 360 gradi di tutto ciò che riguarda il culturismo natural e il lavoro e l'approccio del personal trainer.

 

Ciao Marco è grazie per la disponibilità!

Grazie a te Domenico.

Ci fa un’introduzione alla tua carriera sportiva e alla tua formazione professionale ?

Grazie a mio padre il bodybuilding è stata la mia passione fin da bambino. Sono cresciuto fra riviste come Cultura fisica, Vigor, Body’s Magazine e Sportman  ( alcune delle quali ritraggono in bianco e nero un giovanissimo e ancora acerbo Arnold Schwarzenegger ). Magrissimo,  e per alcuni anni fra i più esili della scuola, sotto la guida attenta di mio padre ho cominciato ad allenarmi già intorno ai 10-12 anni. Prima di questo, come molti altri bambini, ho frequentato corsi di nuoto, praticato judo e karate. Il culturismo, più degli altri sport praticati in precedenza, ha rappresentato  l’opportunità di ottenere una fisicità più appagante e con essa una maggior sicurezza.  A 15-16 anni ero  fisicamente superiore alla media dei miei coetanei e , a 19 anni, pronto per la mia prima gara. Nello stesso periodo ho acquisito la mia prima certificazione F.I.A.C.F ( diploma di istruttore di bodybuilding della federazione italiana amatori cultura fisica ) e cominciato a lavorare in un certo fitness a Milano in qualità di istruttore di sala.

Diplomato al liceo artistico con il massimo dei voti e frequentato per circa 2 anni la facoltà di architettura al Politecnico di Milano ho quindi abbandonato quel percorso di studi per dedicarmi integralmente alla mia passione per lo sport e l’insegnamento.

Sono seguiti quindi molti anni durante i quali mi sono dedicato con incredibile passione alla crescita professionale: dai diplomi di personal trainer, ai master di approfondimento fino ai percorsi dedicati alla posturologia  e alla massoterapia.

A 23 anni le prime esperienze a domicilio come personal trainer e qualche ora nei pochi centri che prevedevano questo servizio. Solo intorno ai 24-25 anni ho cominciato a collaborare con un centro fitness Milanese grazie al quale, per ben 19 anni, ho potuto svolgere con assiduità e soddisfazione la professione di personal  trainer.

Sei un agonista da tantissimi anni, puoi spiegarci cosa significhi praticare il culturismo natural a livelli così alti per così tanto tempo?

Come ho detto ho partecipato alla mia prima gara a 19 anni e continuato a gareggiare fino intorno ai 25 per poi interrompere per circa 12 anni. All’epoca non esisteva un circuito natural degno di essere considerato e quindi gareggiavo nella FIACF affiliata alla più nota IFBB. Abbandonai le gare intorno ai 25 anni perché non ero sufficientemente competitivo per  ottenere le soddisfazioni che cercavo in un ambiente dove il doping era la regola. Forse con la preparazione che ho oggi, frutto di anni di sperimentazioni e studi, sarebbe andata diversamente.

Ora una delle cose che ritengo più interessanti. Ho deciso di riprendere il mio percorso agonistico all’ inconsueta età di 37 anni totalmente ignaro di quello che sarebbe successo. Non avrei mai immaginato che avrei collezionato una serie così appagante di successi e gratificazioni e che,  grazie a questo,  la mia carriera professionale avrebbe ottenuto una ulteriore e importante spinta.

La mia longevità atletica stupisce anche me stesso anche se ho adattato il mio modo di allenarmi a un corpo che ha una riposta ovviamente diversa rispetto al passato. La regola attualmente è minimizzare il margine di errore e, nel limite del possibile, evitare traumi o eccessivi sovraccarichi.

Ci racconti della tua esperienza al Mondiale americano del 2016 ?

Il Mondiale di Los Angeles è stato il mio terzo con  la WNBF. Le precedenti esperienze di Boston nel 2014, e di Atlantic City del 2015, hanno costituito delle occasioni di confronto utili per evidenziare i miei punti carenti sui quali lavorare.

 Penso che partecipare a una competizione internazionale di questo livello costituisca già di per sé un grande traguardo e motivo di orgoglio. A differenza degli anni precedenti,  da quest’ultima edizione  porto a casa anche un gratificante terzo posto che alimenta ulteriormente la mia determinazione. Al tempo stesso conferma la correttezza delle scelte fatte in fase di preparazione nonché arricchirmi della consapevolezza che le mie caratteristiche sono di interesse per la federazione americana.

Secondo te quali sono le grandi differenze tra il mondo del body building americano e quello italiano ? E tra palestre americane ed italiane c’è grossa differenza ?

Oggettivamente il bodybuilding americano si distingue soprattutto per l’elevata  percentuale di atleti di colore,  mediamente avvantaggiati dal punto di vista genetico. Fin dalla mia prima esperienza, notai negli atleti in generale un superiore  sviluppo muscolare rispetto a quello che ero abituato a vedere in Italia.

Questo mi ha portato fin da subito a pensare che difficilmente mi sarei potuto distinguere per le mie masse ma avrei potuto avere forse la meglio migliorando ulteriormente  quelle proporzioni e quella qualità che da sempre  avevano caratterizzato i miei punti di forza.

Le palestre americane le ho percepite più di “sostanza” di quanto senta io quelle italiane. In  soldoni meno attenzioni all’asciugamano o alla calzatura e più naturalmente orientati verso l’attività fisica. Questo nonostante l’America sia segnata da evidenti problemi legati alla sovralimentazione e quindi all’obesità.

Molte persone vedono il fisico e la condizione che porti attualmente, e credono che sia frutto di pochi anni di lavoro, quando invece dietro ci sono tantissimi anni. Puoi spiegare, soprattutto ai lettori più giovani, come cambiano i tempi in cui si ottengono risultati visibili per un natural dopo i primi 2 anni fatti per bene in cui si ottengono gran parte dei guadagni di peso e  volume muscolare ?

L’atleta natural deve essere lungimirante e paziente. Personalmente il mio percorso è cominciato oltre 30 anni fa e non è ancora terminato.

Un atleta abbastanza avanzato che ormai ha già guadagnato gran parte del peso e del volume muscolare rispetto al proprio potenziale, su cosa dovrebbe concentrarsi negli anni a venire? Su cosa focalizzarsi per far fronte psicologicamente alla sempre maggior lentezza con cui avvengono i cambiamenti ?

Le masse muscolari sono solo uno degli aspetti sui quali un natural body builder dovrebbe lavorare. Di altrettanta importanza sono la composizione corporea, le proporzioni, le simmetrie e la postura. Più passano gli anni più mi rendo conto di quanto il peso sia relativo, di quanto la qualità muscolare possa fare la differenza ( dove per qualità muscolare intendiamo ridotta percentuale di grasso unitamente a masse ben sviluppate e dettagliate ) e di come un posing di qualità possa consentire di avere la meglio durante i confronti su un palco di gara ( questo ovviamente per gli atleti agonisticamente impegnati ).

 

 

Quali credi siano le caratteristiche fondamentali per essere un culturista natural di successo ? Credi che la genetica rappresenti un fortissimo sbarramento in partenza, o con il duro lavoro portato avanti per anni anche una genetica mediocre può essere rivoluzionata ?

Penso che il successo passi attraverso un’attenta pianificazione del percorso, il sapersi mettere in continua discussione, tantissima pazienza e quell’essere portati a non desistere laddove la maggior parte delle persone lo farebbero.

Indubbiamente doti genetiche fuori dal comune rappresentano un vantaggio indiscutibile. Nella vita però ho assistito più volte a delle radicali trasformazioni che mi confermano che si possa fare più di quanto si pensi sia ipotizzabile. Ho sempre detto che”  i campioni che ho incontrato nella mia vita lo sono più per la testa che per doti genetiche”.

Credo che Brian Whitacre,  campione assoluto WNBF 2015, rappresenti magistralmente il frutto di un progetto durato molti anni e non ancora concluso. La sua storia agonistica, corredata di abbondante materiale fotografico e video, racconta di  come a un certo punto sia possibile distinguersi sebbene non dotati di un bagaglio genetico straordinario. Il suo percorso porta alla luce una tenacia e una progettualità assolutamente non comuni.

Come giudichi il livello attuale, in Italia e all’estero, del culturismo natural ? Credi ci siano ancora margini di miglioramento per le fisicità natural o siamo arrivati ai limiti fisiologici?

Credo che, soprattutto in Italia, ci siano sostanziosi margini di miglioramento. In questi ultimi anni stiamo assistendo a un cambiamento incentrato soprattutto su un approccio alimentare più scientifico e calcolato.

Il monitoraggio costante dei nutrienti ( reso ancor più semplice dalle APP ormai a portata di tutti ) e i nuovi principi importati soprattutto dall’esperienza americana stanno dando i loro frutti.

Le vecchie strategie per prepararsi ad una gara ( riduzione dell’acqua e  del sodio, aumento del potassio ) stanno lasciando sempre più spazio ad un approccio più salutare ed efficace.

C’è sempre la solita polemiche ogni volta che qualche natural vero porta livelli molto sopra la media, in cui si dice che tanto le vere gare natural non esistono, chi fa gare “prende per forza sempre qualcosa ed i test si aggirano facile”. E’ pur vero però che tristemente ci sono i “finti natural” che si dopano per competere nelle gare natural portando livelli simili a quelli natural (e che quindi per un dopato in realtà sono estremamente scadenti) Come bisogna approcciare questa situazione secondo te?

Da anni ormai sono spettatore sul web di inutili e accese discussioni relative alla presunta o meno “naturalità” di atleti agonisti e non. Talvolta sono stato chiamato in causa e io stesso accusato di ipocrisia.

A tal proposito ritengo che lo scetticismo sia lecito e comprensibile. Credo allo stesso tempo che spendere tempo a perorare una causa, laddove l’interlocutore non si relazioni in modo intelligente e costruttivo, non serva a un granché. Penso inoltre che per queste cose ci vogliano tempo e testimonianze.

Confido nelle associazioni serie come la NBFI che portano avanti un progetto coerente con serietà e passione. La loro crescita, evidente di anno in anno, testimonia che qualcosa sta cambiando.

Parliamo di allenamento. Qual è il tuo approccio?

Negli ultimi anni ho incentrato la mia attenzione sui punti carenti e cercato di interpretare il più correttamente possibile le risposte del mio organismo. Ho calibrato il volume settimanale cercando di garantire un adeguato stimolo/recupero anche in relazione a un’età e degli impegni professionali in crescendo.

Come credi che dovrebbe essere strutturata la periodizzazione annuale dell’allenamento di un culturista? Gran parte delle periodizzazioni si rifanno allo sport da prestazione, interi mesi dedicati a forza, tecnica, resistenza possono finire a far lavorare troppo il culturista su qualità che non gli interessano direttamente sottraendo tempo prezioso a lavori più fruttuosi come propriocezione, ipertrofia, gruppi carenti ?

Tranne in rare occasioni, non ho mai avuto l’abitudine di suddividere l’anno in differenti fasi di lavori finalizzate a migliorare una caratteristica o l’altra. Come giustamente espresso nella domanda ritengo che talvolta si rischi di mancare l’obiettivo interrompendo un lavoro finalizzato al miglioramento delle aree carenti o all’ipertrofia. Al tempo stesso ritengo che un’integrazione intelligente fra due mondi apparentemente diversi ( PL e BB ) possa dare i suoi frutti.

Penso infine che molto dipenda dal livello da cui si parte.

Come lavori per i gruppi carenti ?

Multifrequenza e variazione degli stimoli allenanti sono la scelta che adotto per le aree carenti. Oltre a questo adotto esercizi di pre-attivazione nonché il cercare una sempre più ottimale connessione mente-muscolo.

Quanto credi incida l’antropometria soggettiva nella selezione degli esercizi e struttura dell’allenamento ?

Credo sia molto utile selezionare gli esercizi in base alle proprie sensazioni e alle caratteristiche strutturali.

Conosco per esempio persone dotate di schiene complete e possenti che non hanno mai fatto uno stacco da terra in vita loro.

Quali sono le prime cose su cui lavoreresti in un principiante totale che inizia ad allenarsi con l’obiettivo di sviluppare il proprio fisico ?

Un principiante, al pari di una persona che impara una nuova lingua, ha bisogno di molta pratica e di procedere per gradi.

Lo inviterei a dedicare il tempo necessario ad acquisire la corretta tecnica degli esercizi fondamentali ( da ripetere quindi più volte a settimana ), a comprendere l’importanza di un’adeguata alimentazione ( e idratazione ) così come di un corretto recupero.

Quali sono i consigli fondamentali che daresti ad un giovane aspirante culturista ?

Ad un giovane culturista suggerirei di ricercare costantemente uno sviluppo armonioso e proporzionato delle masse, di consumare cibo di qualità  e di dedicarsi regolarmente al posing. Consiglierei inoltre di assistere a qualche gara di bodybuilding e se possibile di frequentare qualche corso di formazione.

Capitolo alimentazione. Qual è il tuo approccio all’alimentazione ?

In questi ultimi anni ho dedicato un’attenzione via via crescente all’alimentazione lasciando sempre meno spazio a periodi di non controllo.  Sono convinto che vi sia un legame intimo fra alimentazione, allenamento e risultati. Ritengo che, soprattutto dopo una certa età, non sia consigliabile allontanarsi di molto dal peso di gara ( non più di un 10%) in quanto oltre un certo livello non sia più produttivo. E’ ampiamente dimostrato che un’alimentazione varia, organizzata ed individualizzata costituisce la chiave per le grandi performance atletiche e per la salute.

Cosa ne pensi degli approcci che vanno di moda al momento, con massima importanza ai carboidrati spesso massimizzati il più possibile, tenendo i grassi e le proteine al minimo necessario ?

Personalmente mi ritrovo molto  in un approccio di questo tipo. La mia esperienza personale, includendo anche quella relativa ai clienti che alleno, mi porta a confermarlo come uno degli approcci più sani e sostenibili.  Una mirata e personalizzata equalizzazione dei macronutrienti nei diversi periodi dell’anno rappresenta la marcia in più per spingere il corpo nella direzione desiderata.

Quanto conta per te, a parità di macros e calorie, la qualità degli alimenti ed il timing di assunzione ?

La mia esperienza personale mi porta a considerare estremamente importanti sia il timing che l’assunzione.

Quanta importanza attribuisci all’integrazione? (Escludendo le Whey che sono cibo)

Penso che una mirata integrazione possa costituire la marcia in più e che di conseguenza le si debba dare il giusto peso. Ritengo non sia affatto semplice intuire e soddisfare le reali necessità dell’organismo e penso che un approccio misurato e razionale sia la scelta più consigliabile. Consiglio quindi di limitarsi a pochi supplementi di comprovata efficacia e qualità.

Secondo te da personal trainer, cosa può essere mutuato dal body building da parte dell’allenamento per “il wellness” cioè per la salute per esempio per le persone più grandi di età che vogliono stare in forma senza obiettivi estetici più estremi ? Cosa invece è da evitare (spesso vediamo persone che non hanno nessun interesse negli obiettivi più estremi del culturismo, essere allenati e far alimentare con estremizzazione solite nel culturismo)

Credo che chiunque possa beneficiare dei  sani principi del bodybuilding, a qualsiasi età. E’ una disciplina che se adattata alle proprie caratteristiche,  e accompagnata da una sana e consapevole alimentazione ( molto spesso trascurata dalla maggior parte dei frequentatori abituali dei centri fitness ) possa garantire salute e soddisfazione a tutti i livelli. Non è necessario essere agonisti per essere dei bodybuilders.

Quali sono secondo te le caratteristiche fondamentali per essere un bravo personal trainer di successo che porta risultati ?

Coerenza, serietà,  formazione continua e passione sono le prime cose che mi vengono in mente. Credo fermamente che un professionista guadagni molti punti agli occhi della gente se è anche un ottimo atleta . Ritengo che, come minimo, un personal trainer si debba allenare regolarmente e presentarsi tutto l’anno in una buona condizione fisica. Sono convinto in sostanza che debba degnamente rappresentare tutto ciò che predica e consiglia ai suoi allievi.

Come giudichi il livello medio dei professionisti del settore attualmente ? Secondo te c’è ancora una forte impronta “di tradizione” o una maggiore professionalità e conoscenze si stanno diffondendo ?

Per la mia esperienza ritengo mediamente scarsa la preparazione dei personal trainer impegnati nei centri sportivi. Ahimè dove c’è business e la possibilità di guadagni facili si trova di tutto. Mi piacerebbe che questa figura assumesse nel tempo un ruolo di maggior considerazione anche agli occhi dei professionisti impegnati  nel campo sanitario ( medici, fisioterapisti, fisiatri, ortopedici, nutrizionisti, … ) Confido comunque che col tempo il panorama si arricchisca sempre più  di professionisti responsabili e soprattutto appassionati. Anche se potrebbe non sembrare sono ottimista.

Che tipo di preparazione consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere la professione del Personal Trainer ?

Consiglierei di selezionare con cura i diversi percorsi formativi e di cominciare appena sufficientemente formati  con l’assistenza di sala ( classico istruttore ). In parallelo gli suggerirei di allenarsi il più possibile arricchendo il proprio bagaglio esperienziale. A un certo punto lo inviterei a considerare l’ipotesi di effettuare un tirocinio all’interno di uno studio di personal trainer per acquisire nuove nozioni nonché ottimizzare le dinamiche di rapporto personal trainer/cliente.

Cosa ne pensi del Coaching Online ? Con gli attuali strumenti di comunicazione (Skype, Video, Foto, Audio messaggi etc) credi che la distanza rispetto al lavoro di persona (soprattutto in ottica consulenze più che Personal Training vero e proprio) si stia assottigliando ?

Credo che gli strumenti tecnologici a nostra disposizione possano in buona parte compensare il limite della distanza. Ritengo in ogni caso che un rapporto diretto non sia pienamente sostituibile.

Hai un aforisma che racchiude il tuo approccio e filosofia di vita che vuoi condividere?

Non ho un aforisma ma credo fermamente nella potenza e negli effetti  della “passione”. Tutte le passioni della mia vita mi hanno regalato solo grandi emozioni e svariate soddisfazioni.

Grazie ancora per la disponibilità ed in bocca al lupo per i tuoi prossimi obiettivi!

Crepi il lupo! Alla prossima !