Ho il piacere di proporvi questa intervista ad un amico e campione : Alfredo Tessitore attuale campione Overall FNBB 2015 in procinto di difendere il titolo a fine mese in Belgio, e vincitore di numerose competizioni FIBBN e AINBB in Italia negli scorsi anni.
Spesso ci si lamenta che di teorie del Bodybulding parlano sempre quelli che lo praticano poco, oggi abbiamo l'opportunità di ascoltare direttamente le idee di un agonista vincente.
Legenda :
DA = Domenico Aversano
AT = Alfredo Tessitore
DA : Ciao Alfredo e grazie per la disponibilità per questa intervista. Come prima cosa, ci fai una panoramica sulla tua storia d'atleta? Come ti sei appassionato a questo mondo, quali sono state le tue prime esperienze e poi come si è sviluppata la tua carriera d'atleta?
AT : Ciao Domenico, grazie a te per avermi invitato a fare questa intervista per il tuo blog, un bellissimo “angolo di cultura” per chi come me ha a che fare col Bodybuilding e fitness.
Ho cominciato a fare sport quando ero poco più che un neonato, a meno di 3 anni di vita, grazie a mia madre, che al contrario non ha mai messo al piede una scarpa da ginnastica.
Ho nuotato fino ai 13 anni, poi dai 14 ai 21 ho giocato a pallanuoto in campionati giovanili e di serie minori della FIN, con una piccola parentesi nella Boxe.
Un’infiammazione al tendine del capolungo del bicipite destro, che ormai tendeva ad essere cronica, mi costrinse a rinunciare alla pallanuoto ed entrai in palestra.
Fu la risposta ad una “vocazione” che in realtà ho sempre avuto, tant’è che poi è successo quello che è successo…
DA : Nei tanti anni in cui ti sei allenato, come si è evoluta la tua visione del bodybuilding sia da un punto di vista concettuale (come secondo te dovrebbe essere rispetto a come realmente è) sia da un punto di vista tecnico (come ti allenavi prima, come ti alleni ora, convinzioni e metodiche che sono cambiate etc) ?
AT : Nei primi due anni ho seguito i consigli del titolare della palestra dove mi ero iscritto, non riuscivo ad essere critico, non avendo esperienza in merito, ma la passione e la mia innata curiosità mi hanno spinto ad informarmi, facendo ricerche e leggendo i testi capisaldi di questa disciplina, tutto questo mi ha portato pian piano a sperimentare, allontanandomi dalle classiche convinzioni “da palestra”, che sanno di muffa.
Sin dai primi anni sono sempre stato attratto dalle proporzioni dei Culturisti degli anni ’70 e ’80, la Golden Era rispecchia per me la migliore espressione del BodyBuilding.
Il Culturismo deve essere quanto più vicino possibile all’idea Classica del corpo umano, dettata dalle proporzioni già scoperte dagli artisti e dagli atleti della Grecia e della Roma Antica (quale migliore icona dell’Ercole Farnese?).
Riguardo al punto di vista tecnico, come accennavo prima, ho sempre cercato di documentarmi il più possibile.
Senza dubbio il mio allenamento adesso, rispetto a quello dei primi anni, è caratterizzato da moli di lavoro nettamente maggiori sia per quanto riguarda il volume, sia per la frequenza che per le tecniche di intensità.
Devo ringraziare su tutti un grande Campione italiano del Culturismo Natural, Gabriele Savant, che ha contribuito in maniera radicale all’evoluzione del mio concetto di allenamento.
DA : Qual è la tua idea sul parametro VOLUME di allenamento? In questo ambiente ci sono diatribe infinite sul fatto che un natural tolleri poco volume ed una paura costante di strafare. Tu cosa ne pensi e come gestisci il volume dei tuoi allenamenti? Puoi darci un'indicazione su circa quante serie orientativamente fai settimanalmente per gruppo muscolare?
AT : In generale credo fermamente che la stragrande maggioranza delle persone che seguono la nostra disciplina si alleni poco o al di sotto delle proprie capacità.
Grazie all’aiuto di Gabriele Savant ho “scoperto” che la mia personale attitudine è prediligere allenamenti con volumi consistenti, riuscendo a conservare anche frequenze ristrette e una buona capacità di gestire i carichi.
Modulandoli con regolarità, riesco a tenere presenti tutti i parametri che caratterizzano l’intensità di allenamento e se avessi tenuto conto dello “spauracchio” del natural bodybuilder, l’overtraining, non avrei mai potuto dare terreno fertile a questa mia capacità.
Con questo non voglio dire che chiunque dovrebbe allenarsi con volumi alti e con alta frequenza, ma tendo a rispondere col mio esempio personale allo scenario medio che si può riscontrare nelle palestre.
Il Bodybuilding è diventato più di ogni altro lo sport del pigro.
Chi usa la chimica è alla ricerca della terapia perfetta, chi sceglie la strada clean si sforza a scovare l’integratore miracoloso o la dieta che lo appaghi di più.
Del bilanciere chi ne parla? Quanti se ne vedono sudare davvero sotto i pesi?
Volume o non volume, purtroppo tra gli aspiranti culturisti c’è sempre meno chi AMA l’allenamento e chi ama studiarne la reale efficacia senza nascondersi dietro scuse, limiti e paure.
Negli altri sport fortunatamente il tentativo di costruire una programmazione efficace dell’allenamento resta ancora il perno principale su cui si muove l’evoluzione dell’atleta.
Il volume è necessario? Per il mio caso, nella maggior parte delle volte si, ma non è necessario per tutti.
Ciò che è necessario è approcciarsi in maniera del tutto diversa all’allenamento, perché quello è il vero momento in cui si innescano tutti i processi anabolici che tanto attendiamo.
Natural non è un limite, ma una scelta etica e salutare.
DA : Personalmente noto una tendenza a complicare il semplice e semplificare il complicato sempre più marcata. Si è passati dall'ignorantissimo "mangia e spingi" a prescindere a rendere ogni allenamento un trattaato scientifico senza vie di mezzo, soprattutto sui social (personalmente invece noto che nella stragrande maggioranza delle palestre si è ancora al mangia e spingi). La scienza e le conoscenze dovrebbero servire ad eliminare il superfluo eo sbagliato in modo da concentrarsi maggiormente sulle poche cose che davvero portano poi risultati.Tu che opinione hai in merito?
AT : Gioie e dolori del social network.
Era meglio quando si sapeva meno? No, assolutamente.
Come in ogni settore di studio si dovrebbe partire dalle basi, e come in ogni settore di studio ci si dovrebbe affidare ad un tutore, almeno per i primi periodi.
Adesso un neofita può facilmente avere tra le mani l’ultimo studio di medicina sportiva, ed il risultato è uguale a quello che si avrebbe qualora si desse un testo universitario ad un bambino delle elementari.
La libera informazione è una risorsa d’oro, ma va saputa gestire.
DA : Hai gareggiato per anni in italia, e poi l'anno scorso hai preso la decisione di gareggiare solo all'estero. Ci spieghi questa decisione, dandoci una tua panoramica sul mondo delle gare italiane e su cosa secondo te non va bene e andrebbe cambiato?
AT : Ho gareggiato qui in Italia per due tra le più importanti Federazioni Natural, esordendo prima in FIBBN, poi in AINBB ed ho avuto la fortuna di vincere più della metà di queste gare, e di salire sul podio delle altre.
Tuttavia con il passar del tempo ho cominciato a perdere via via l’entusiasmo, non rispecchiando la mia idea di culturismo Natural nelle scelte delle giurie.
La mia premessa è per sottolineare il fatto che con questo non voglio dire che le giurie italiane partoriscono verdetti ingiusti, anzi…ma vedo che i canoni che si prediligono sono sempre più volti al riconoscimento di una condizione fisica molto drammatica, a volte troppo simile a quelle proposte dall’altra faccia del pianeta del Bodybuilding.
DA : Quali dovrebbero essere i canoni del culturismo natural secondo te? In italia c'è una grossa tendenza a favorire condizioni estreme a discapito di forme e volumi, in FNBB state portando avanti l'idea invece che la condizione deve esserci ma nei giusti limiti, e che il cuore del culturismo e la costruzione della muscolarità non le righe sul culo.
AT : La cultura fisica è costruzione, cura e conoscenza del corpo mediante allenamenti ed uno stile di vita appropriato al raggiungimento di questi obbiettivi.
La scelta di non usare farmaci per seguire gli obbiettivi che ho appena accennato rappresenta la via più salutare, che ovviamente determina il raggiungimento di risultati meno eccessivi, ma sicuramente non meno degne di lode e meraviglia.
La costruzione di un corpo natural determina ovviamente tempi maggiori e generalmente determina maggior difficoltà a conservare le masse in un regime ipocalorico protratto per lunghi periodi, dunque troppo spesso nel tentativo di raggiungere percentuali di grasso corporeo sempre più basse ci si ritrova a perdere la parte più apprezzabile della nostra disciplina, che ne è tra l’altro il principio primo, ovvero proporzioni e simmetrie costruite mediante l’allenamento e l’ipertrofia muscolare.
La FNBB, federazione del BeNeLux nella quale gareggio, è dichiaratamente incline alla conservazione dei canoni classici del Bodybuilding, che a mio avviso sono quelli più affini e perseguibili dall’atleta natural.
DA : Ultimamente stai collaborando con Robby Robinson che ti fa un pò da maestro e guida, come la sua influenza ha cambiato il tuo modo di intendere il Bodybuilding e l'allenamento rispetto a prima?
AT : Devo ringraziare la FNBB per avermi fatto incontrare Robby.
E’ incredibile come un Campione con un’esperienza di oltre 50 anni ed in continua evoluzione possa avere la visione del Culturismo molto più serena, semplice e lineare di quanto ci si aspetti da qualcuno che di informazioni ne ha recepite e continua a riceverne da molto tempo prima che ci fosse la possibilità di avere tutto pronto sul web.
L’approccio del Black Prince è caratterizzato da un equilibrio sopraffino, frutto di solide conoscenze che legano corpo e mente per il raggiungimento di quell’idea che ogni culturista ha nella propria immaginazione.
DA : Differenze tra Natural e Doped : due animali completamente diversi o cugini con tante cose in comune? Sia dal punto di vista dell'allenamento e alimentazione che dei canoni fisici quali credi siano le differenze più importanti e cosa un mondo può insegnare all'altro?
AT : Non so quanto sia giusto considerare un bodybuilder doped e un natural come figure appartenenti a due discipline diverse, sebbene i risultati ed alcune procedure sono completamente differenti tra l’una e l’altra maniera di affrontare la preparazione.
E’ chiaro che un natural deve prestare più attenzione ai recuperi e all’alimentazione, visto che non ci sono aiuti esterni a supportare i processi di crescita o di definizione.
Ad ogni modo, posto che si parli di atleti d’elite, è difficile determinare “chi può insegnare a chi”, perché in linea generale ogni atleta può sempre trarre beneficio da quello che di buono c’è in un altro grande campione.
DA : Tu sei uno dei natural che riesce ha portate maggiori volumi in gara. Sicuramente hai una genetica di altissimo livello. Secondo te quali sono i tempi e il modus operandi per capire il proprio potenziale, e se magari si può ambire a gareggiare o è meglio limitarsi a vivere il culturismo come un stile di vita senza ambizioni agonistiche?
AT : Grazie.
Il culturista Natural è un atleta che prima di ogni altra virtù deve avere una grande quantità di pazienza.
E’ chiaro che una genetica eccellente non tarda a manifestarsi, ma molto spesso un buon patrimonio genetico può nascondersi fin quando il soggetto in questione non è pienamente padrone delle tecniche e dei processi che favoriscono ed innescano la crescita muscolare.
Bisogna saper attendere ed avere la costanza e la perseveranza di andare per gradi ed ascoltare ogni reazione del proprio corpo di conseguenza ai messaggi che gli mandiamo con gli allenamenti e l’alimentazione.
Ci si deve ricordare che spesso i frutti di un metodo arrivano dopo tempo e l’errore più grosso è avere smania di cambiare troppo rapidamente strada.
Col tempo, guardando anche i miei “colleghi” agonisti, ho capito che nella maggior parte dei casi vale molto di più essere predisposti mentalmente che fisicamente a questa disciplina: il Campione non ha solo potenzialità fisiche, ma anche mentali e di dedizione al lavoro.
DA : Se dovessi dare consigli come un fratello maggiore ai giovani atleti che si affacciano per le prime volte in questo modo per indirizzarli sulla giusta via ed evitargli tutte le cazzate che si fanno da principianti senza un buona guida(sia con ambizioni agonistiche che non) cosa gli diresti?
AT : Come dicevo prima, sono nato e cresciuto nello sport, praticandolo a livello agonistico da metà della mia vita.
Per me è inconcepibile essere un novizio e non avere una (BUONA) guida, soprattutto in una disciplina come la nostra, dove tutto può essere o sembrare il contrario di tutto, quindi il mio consiglio è proprio di scegliersi con pazienza ed attenzione una buona guida.
DA : A chi vuole lavorare in questo mondo come tecnico, personal trainer, preparatore, che consigli daresti, sia per quanto riguarda l'aspetto legale (certificazioni, studi,università, abilitazioni) che dal punto di vista di formazione e conoscenze (corsi, libri, professionisti da seguire etc) ?
AT : Forse sono l’ultimo a potermi esprimere in merito agli studi che un aspirante tecnico dovrebbe intraprendere per formarsi una cultura per la sua futura carriera, visto che sono laureato in Architettura… ma forse posso affermare con certezza che, la più grande arma di un tecnico o aspirante tale è la PASSIONE, perché solo la passione può spingere una persona a fare sacrifici inimmaginabili e ad andare sempre avanti, in questo caso informandosi sempre, senza mai credere di aver già letto o sentito troppo.
La Cultura Fisica è un ambito con un universo di informazioni che abbracciano materie che spesso nemmeno ci si immagina di incontrare.
Ovviamente, la cosa migliore sarebbe cominciare approcciandosi a corsi di laurea in materie medico-sportive.
DA : Hai un aforisma che racchiude il tuo pensiero sul mondo del bodybuilding o particolarmente significativo che vuoi condividere con noi?
AT : Dopo una mia vittoria, mio fratello Davide mi dedicò un suo pensiero che mi rimarrà per sempre nel cuore, che si concludeva con una citazione del grande Pietro Mennea :
<<LA FATICA NON E’ MAI SPRECATA, SOFFRI, MA SOGNI>>
Credo sia la frase più bella e significativa che un vero sportivo possa ripetersi nella propria mente.
Vivete lo Sport con onestà, passione e cuore puro. Lo Sport vi restituirà la migliore saggezza che un Uomo possa desiderare.
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